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Brunel, chi non osa vince?

Creato il 10 maggio 2013 da Rightrugby
Brunel, chi non osa vince? Jacques Brunel ha annunciato la nazionale Azzurra per il quadrangolare di giugno in Sudafrica con Samoa e Scozia, che sostituirà i tradizionali tour  nell'anno un po' "intasato" dei B&I Lions. La lista dei trentadue convocati si trova qui, nell'annuncio ufficiale Fir.
Si tratta sostanzialmente del blocco "Sei Nazioni" interamente confermato, salvo infortunati: Paul Derbyshire, Simone Favaro e Quintin Gendenhuys, per lo stesso motivo non si è potuto prendere in considerazione neppure Paolo Buso e Mirco Bergamasco.
 A questa solida base, Brunel aggiunge tre giovani esordienti delle Zebre, alla prima stagione in Pro12: il tallonatore Andrea Manici ed il mediano di mischia Alberto Chillon e l’ala Leonardo Sarto, classe 1992. C'è un altro esordiente,  l’apertura Benetton  Alberto Di Bernardo, trentadue anni compiuti, che in passato aveva fatto parte  della Nazionale “A”.  Inoltre, tornano i veterani Marco Bortolami e Andrea Sgarbi, oltre ai mai visti prima con Brunel, Matias Aguero e Valerio Bernabò.
Fa capitolo a sè Mauro Bergamasco: convocato al Sei Nazioni 2013 ma mai sceso in campo, il veterano con 94 caps parteciperà alla trasferta.
Riesco a nascondere un velo di delusione? No non ci riesco: capisco bene la cautela di chi non vuol "scardinare" il giocattolo che sta costruendo pian piano, ma un filo di "sperimentalismo"  Brunel l'aveva promesso, me lo aspettavo e a mio avviso avrebbe fatto anche bene, rinfrescando l'ambiente e concedendo ai Parisse, agli Zanni e ai Masi di tirare il fiato.
Quattro esordienti, di cui uno veterano su un totale di 32 sono pochi; avendo la fortuna che molti giochino nello stesso club, non c'è manco la necessità di oliare intese e comunicazione. Dopotutto mancano  solo più 20 partite al mondiale, i Sei Nazioni son da vincere e a Novembre si difende la casa; se gli esperimenti non li si fa a giugno, lontano non più dagli occhi ma un po' dal cuore, quando li si farà?
Finiamola però di fare i commissari tecnici da bar e tentiamo di capire. Evidentemente per Brunel l'aspetto più importante è costruire una mentalità vincente per mezzo delle vittorie, casa o fuori non importa. In effetti, se riuscissimo a battere Samoa a Nelspruit e impensierir seriamente i padroni di casa alla prima a Durban, beh allora ... E poco importa che ai Mondiali non avremo Australi e Pacifiche tra i piedi, nel girone tutto esperienza e tostaggine più che freschezza, con Francia, Irlanda, probabilmente Canada e Romania. In effetti non è sbagliato puntare molto sull'esperienza e solidità nervosa, dato quel tipo di avversari.
Altro fatto che appare leggibile dalle scelte di Brunel, è segnalare a tutti qual'è la strada maestra per essere selezionati: far bene nel campionato Pro12. Vale per DiBernardo, che guadagna la prima convocazione a 34 anni suonati, a sostituire il più anziano Burton dopo averlo in stagione tranquillamente e solidamente rimpiazzato nel club; vale anche per Bergamauro, che ha cercato di "animare" le Zebre con tutti i mezzi che gli restano: più di tutto la grinta, che lo sostiene verso l'obiettivo di arrivare a quota cento caps - ne mancano sette. Non credo difatti Brunel faccia sconti, se li dovrà continuare a guadagnare. Di converso ciò spiegherebbe l'assenza di Michele Campagnaro: solo due pur brillanti prove in campionato, non bastano per toglierlo dalla compagine delgi Emergenti prossimamente impegnata in Sudamerica e fargli fare il salto anticipato alla nazionale maggiore, come avviene invece al più continuo Morisi. Ogni regola ha la sua eccezione: l'esentato dal mostrarsi in campionato è Sgarbi, ma il suo valore è noto.
Tutto ciò detto, evitiamo name dropping di chi ci sarebbe piaciuto, magari come auspicavamo andando a pescar anche in Eccellenza. Evitiamo di guardar con preoccupazione all'anagrafe, soprattutto in prima linea e all'apertura. Dopotutto, vedi Adam Jones e Johnny Wilkinson, si tratta di ruoli longevi. Accontentiamoci dei quattro esordi, più gli "under 10" (caps) Iannone, Morisi, Minto, Furno e DeMarchi e speriamo in un lavoro coordinato con la nazionale  Emergenti (la Junior va costruita più che ricostruita, partendo dai muri - da abbattere - dell'Accademia). Dopotutto, anche a questo ritmo minimale di 4 esordi l'anno, da qui al 2015 avremmo pur sempre 12/32 nuovi, cioè un terzo di nazionale rinnovata rispetto ad oggi.

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