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Brunetta: questa è l'Italia peggiore. Santoro: tutti in piedi

Creato il 15 giugno 2011 da Kaosblu @kaosblu
Brunetta: questa è l'Italia peggiore. Santoro: tutti in piedi
L’Italia è cambiata, e se chi ci rappresenta nelle stanze dei bottoni non ne prende atto - perché percepirlo capisco che è un esercizio difficile – ma addirittura scappa di fronte ad una richiesta di confronto si accresce quello scollamento tra palazzo e società reale, che potrebbe sfociare, senza un reale cambiamento, in atti esasperati.
Ormai da tempo tutti attendiamo quelle riforme strutturali che il paese necessita e che da ormai vent’anni ci erano state promesse con discese in campo e con politiche del fare, ma tutto è cambiato e tutto è rimasto com’ era.
Con l’inizio dell’inchiesta denominata tangentopoli tutti pensammo ad una nuova Italia, invece non solo non abbiamo visto l’alba di una seconda repubblica, ma le mani che tutti i mezzi di comunicazione ci annunciavano da lì a poco sarebbero state pulite, ritornarono a sporcarsi immediatamente, con l’aggravante della teatralità e rivendicazione, tanto che quasi vi è stato un ribaltamento dei valori morali: chi ha compiuto il proprio dovere di cittadino spesso in questi anni si è sentito sbeffeggiato.
E’ impossibile tenere ormai sotto controllo un’ insoddisfazione che tocca il paese tutto, e il bavaglio alle tv non ha più la stessa efficacia di un tempo, perché oggi l’informazione e la comunicazione vanno oltre la tv, e la radio.
Il web è un mezzo immediato, democratico e partecipato che sta sempre più cambiando le regole del gioco, sono recenti gli echi di rivolte nei paesi africani, che si sono organizzati costituendo movimenti di opinione su facebook e raccontando ciò che le tv ufficiali oscuravano, su twitter, in tempo reale, recente è il fermento del movimento de los indignados  che è nato e si è diffuso attraverso il web.
Giudicare chi dice il vero, caro ministro oggi è più semplice perché la realtà ha diverse rappresentazioni che è impossibile imbrigliare e manovrare, ed anche se Lei ha preferito dileguarsi, quello che la rete dei precari avrebbe voluto dire lo possiamo ascoltare ugualmente qui, così come chi pensa di chiudere spazi televisivi, per imbavagliare le voci, ha come un risposta un'eco.
Non ci resta che alzarci tutti in piedi e riprendirci l'Italia.

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