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Bruno Concina: il tempo, i bivi e una storia sull’acqua

Creato il 21 settembre 2011 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco
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Bruno Concina

E’ sempre difficile parlare di un autore scomparso da poco, soprattutto quando le storie di questo autore accompagnano sin dall’infanzia e fino all’età adulta. Mi è già capitata una situazione del genere con Luciano Bottaro e capita nuovamente oggi, con Bruno Concina [1] . Nel caso dello sceneggiatore, però, conoscendo soprattutto l’attività disneyana, ho deciso di concentrarmi su pochi punti, per non disperdere i concetti fondamentali.
Come la maggior parte degli sceneggiatori disneyani, anche Concina era in grado di passare da Paperopoli a Topolinia con estrema disinvoltura. Le sue storie erano essenzialmente gialli o avventure di ampio respiro, per lo più esotiche. Proponeva al lettore anche un buon numero di gag, soprattutto nelle storie paperopolesi. D’altra parte il suo Paperino, che aveva dei rapporti piuttosto tranquilli con Paperone (per quanto lo possano mai essere con il ricco zio, come ad esempio in Zio Paperone e la conflittite acuta e cronica [2] . A Topolino, invece, riserva complicate avventure o gialli misteriosi), come ad esempio in Topolino e il nasino alla francese [3] dove propone il tema del doppio, già esplorato in altre occasioni da Floyd Gottfredson [4] , che questa volta non è centrato su Topolino ma sulla fidanzata, Minni.
Concina, però, è famoso soprattutto per due serie in particolare: le storie a bivi e la macchina del tempo.

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Topolino e il segreto del castello (Topolino n.1565)

La prima parte con Topolino e il segreto del castello per i disegni di Giorgio Cavazzano, pubblicata sul Topolino n.1565. E’ un modo per rendere le storie più interattive: ad un certo punto della lettura, gli autori ponevano i lettori di fronte a una scelta, quella di far compiere al personaggio una certa azione piuttosto che un’altra. Per ciascuna azione scelta si passava ad una pagina differente della storia, fino a una delle conclusioni previste. Naturalmente, si poteva anche tornare indietro a uno dei bivi precedenti, cambiare la scelta e arrivare a un finale differente. Poteva succedere che scelte differenti conducessero a finali identici, ma in ogni caso, in prima lettura, si aveva sempre la sensazione di essere parte, anche se per poco, del processo creativo della storia. La filosofia dietro la proposta di Concina può essere definita come un mix tra videogiochi d’avventura, dove bisogna spesso scegliere la strada da far percorrere al proprio personaggio, enigmistica (alcuni bivi, infatti, chiedono al lettore quale sia la risposta alla domanda che si stanno ponendo in quel momento i personaggi), fantascienza (sui bivi si fonda la fantascienza dei multiversi, dove ad ogni nostra scelta nasce un universo parallelo dove abbiamo preso l’altra scelta possibile, o una delle altre) e i libri gioco che in quegli stessi anni proponevano qualcosa di simile ai giochi di ruoli, proprio tramite avventure a bivi.
Se questa proposta aveva il gusto della novità, la sua partecipazione alla serie della macchina del tempo era tuttavia più appassionante e stimolante. La creazione della serie ha la doppia paternità con Giorgio Pezzin, che presentò contemporaneamente la serie con lo sceneggiatore veneziano. L’esordio, però, spetta a Concina con Topolino e il segreto della Gioconda [5] su Topolino n.1555 per i disegni di Massimo De Vita.

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Napoleone secondo Massimo De Vita

Topolino e Pippo vengono chiamati dal direttore del museo di archeologia di Topolinia, Zapotec (ideato proprio da Massimo De Vita in Topolino e l’enigma di Mu sul n.1238 del settimanale), che spedisce i nostri due eroi nell’Italia di Leonardo da Vinci per scoprire quale sia il segreto del sorriso irresistibile de La Gioconda. La storia successiva di Concina nella serie è Topolino e il segreto di Napoleone sul n.1559 del settimanale.
Fin qui due storie che entrano nei meandri della storia, anche se esplorano due piccole curiosità. Le tre storie successive, invece, entrano nell’ignoto, in situazioni che hanno poco a che fare con la storia e molto con la leggenda, come Topolino e l’enigma dell’isola di Pasqua (disegni di Dandro Dossi), Topolino e il mistero dei dolmen (disegni di Luciano Gatto), Topolino e la leggenda delle Amazzoni (disegni di Massimo De Vita), per poi arrivare addirittura all’era dei dinosauri con Sergio Asteriti (Topolino e il mistero dei dinosauri).
Insieme con Luciano Gatto, poi, sperimenta nuove direzioni sia in Topolino e il futuro sbagliato, dove i nostri eroi si ritrovano in un lontano futuro dove i robot hanno sostituito in tutto e per tutto gli esseri umani, e soprattutto in Topolino e Pippo eroi del giorno prima: in questo caso Concina fa viaggiare nel tempo i nostri eroi di appena un giorno, infarcendo la storia di paradossi temporali e, soprattutto, di bivi! Eroi del giorno prima, infatti, è la perfetta fusione tra le due serie scritte dallo sceneggiatore veneziano.

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Il ciclo dell'acqua, disegni di Giorgio Cavazzano

La chiusura di questa carrellata, però, la lascio a Paperino e la storia dell’acqua dolce, disegnata da Giorgio Cavazzano e pubblicata su Topolino n.1587. E’ una delle storie che mi è rimasta maggiormente impressa, fornendomi anche non pochi importanti elementi che poi anni dopo ho utilizzato scrivendo un breve articolo sul ciclo dell’acqua:

“(…) la storia oltre al ciclo delle acque di cui sopra, racconta come sin dal tempo degli Assiri e poi
degli Egizi, l’acqua ha avuto una grande importanza per scambi commerciali, culturali e
spostamenti.”

Unico difetto nella carriera di Concina, o forse unica venialità, è l’aver partecipato al Paperinik degli anni Ottanta, un personaggio leggero che agiva in avventure ricche di gag, perdendo così le atmosfere del periodo iniziale, quello di Guido Martina. Nonostante l’uniformarsi a quell’atmosfera, comunque Concina cerca di fare la differenza, con storie come Paperinik e l’arca dimenticata (Massimo De Vita, parodia di Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta), Paperinik a mani nude (Massimo De Vita, Paperinik senza i suoi congegni); ovviamente non poteva mancare una storia a bivi con Paperinik, Il mistero del tempio azteco, disegnata da Luciano Gatto.
Di Bruno Concina sono tante le storie di cui si potrebbe ancora parlare, e di tutto quel calderone una menzione d’onore spetta però a Paperino solo contro tutti, che riprende, tra sogno e realtà, la storia degli Orazi e dei Curiazi in termini fantascientifici, e Zio Paperone e il centenario (+uno) bullonario, storia dedicata al centenario della Torre Eiffell: in un certo senso queste due storie riassumono la carriera di Concina, uno sceneggiatore d’avventura in grado di spaziare dal racconto storico a quello fantascientifico, ottenendo però anche ottimi risultati con storie d’anniversario come Il centenario (+uno) bullonario.

Note:

  1. AfNews, Luca Boschi [↩]
  2. Topolino 1233, disegni di Sandro Del Conte [↩]
  3. Topolino 1349, disegni di Comicup – Matite: Cèsar Ferioli Pelaez, Maximino Tortajada Aguilar, Miquel Pujol; Inchiostri: Marga Querol Manzano, Maria José Sánchez Núñez [↩]
  4. vedi ad esempio in Topolino contro Topolino, su testi di Bill Walsh, o in Topolino sosia di re Sorcio su testi di Ted Osborne [↩]
  5. In effetti non è questa la prima vera storia della serie, ma per alcuni problemi redazionali la prima avventura, scritta da Pezzin e sempre disegnata da De Vita, Topolino e gli enigmi del tempo, venne pubblicata solo sul n.1576 [↩]

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