Magazine Diario personale

[brùt-to]

Da Scorretoblog
Io non sto scrivendo questo e voi non lo state leggendo, per cui ora non vi offenderete se dico che, perdonatemi, avete rotto i coglioni.
Ora, non è mia intenzione star qui a sindacare sui come e sui perché, ma, porca troia, le cose stan così: ogni stracazzo di giorno ad ogni stracazzo di ora ad ogni stracazzo di secondo qualcosa ci ricorda quanto il mondo sia Brutto: un’insegna per strada che mi informa del fatto che oggi sono morti ottocentodiciassette persone cieche e caritatevoli; la faccia della Camusso; la pubblicità dei salva slip anti odori ed anti goccia (no, non è sexy, non più di un maschio che suona il flauto con il culo); la radio che tra una canzone e l’altra mi aggiorna sullo stato drammatico della guerra in Siria-Libia-Afghanistan-Casa mia;i giornali che mi raccontano con dovizia di particolari (e sentite onomatopee) dell’epidemia di emorroidi che dilaga fra i pinguini in Antartide; la crisi finanziaria; quelli che sono in crisi a causa della crisi finanziaria; la Crisi che è in crisi a causa della gente in crisi per colpa della crisi finanziaria; la fame nel mondo... Non so perché la gente abbia bisogno di sentire sempre che le cose vanno male e\o non so perché i media vogliono che la gente abbia bisogno di sentirsi sempre dire che le cose vanno male e\o non so se sia moda e\o non so se faccia tendenza e\o non me ne frega neanche un cazzo, però so che mi sono rotto i coglioni. Che il mondo faccia quantitativamente schifo è un dato di fatto, che però questo concetto debba esser ri*(petuto+badito+affermato+espresso) ogni trenta secondi è un’altra cosa, cazzo. A me piacciono le cose BELLE.

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