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BRUTTE NOTIZIE. Maria Luisa Busi

Da Mriitan @MassiRiitano

Terminato anche il libro di Maria Luisa Busi: BRUTTE NOTIZIE.

BRUTTE NOTIZIE. Maria Luisa Busi

Non e’ un libro di facile lettura, mille verita’ in cui a volte mi sono anche rispecchiato, rispecchiato  per tanti accadimenti che ha vissuto nel suo lavoro, e tanti paragoni mi sonio venuti in mente legati al rapporto Azienda/dipendente.

Di qualche giorno fa la comunicazione che un altro volto del TG1 abbandonava la nave, proprio per le stesse motivazioni della Busi, che nel libro sono espresse a chiare lettere e senza filtri, in modo pacato, chiaro ed esaustivo.

Quello che traspare non e’ un libro-vendetta, ma un libro che vuole contribuire semplicemente a fare chiarezza, a difendere quello che era stato il lavoro di una vita, lavoro che piaceva, lavoro a cui ha dedicato tutta se stessa, senza la necessita’ di guardarsi intorno, proprio perche’ convinta di fare quello che voleva e contribuire, a suo modo, a una Italia migliore, ad un servizio giornalistico/televisivo migliore, insomma dare il suo contributo.

Si passa dal raccontare la mattina in cui presenta le sue dimissioni, al terremoto dell’Aquila, al Miracolo Alitalia, ai tagli della scuola, ai problemi del NordEST, alle politiche sulle donne, per poi arrivare nuovamente al problema TG.

In questi giorni Minzolini e’ uscito con un nuovo editoriale, difficile da comprendere credo anche per lui, in cui parla delle sue posizioni, ma come detto sono i numeri che parlano, un TG1 che era il TG degli italiani, il TG piu’ seguito, quello che faceva scuola, ora non lo e’ piu’ e sono gli italiani a dirlo.

La Busi mi sembra molto onesta nel rappresentare la RAI, una RAI che lavora per il Parlamento, suo datore di lavoro, un giornalismo che e’ sempre stato in qualche modo di parte, di parte governativa ovviamente, ma che non ometteva mai le notizie, si discuteva, ci si schierava, ma comunque le notizie arrivavano agli italiani, ai clienti.

Tanti i resoconti dal campo, le interviste raccolte a rappresentare una verita’ mai venuta a galla veramente, il dopo terremoto all’Aquila, molto diverso da quello che si voleva far passare, con la rabbia dei cittadini contro gli stessi giornalisti, proprio per le falsita’ che si andavano raccontando.

L’assenza oramai di domande ai politici, ma solo monologhi da montare a piacere per passare quel concetto o quell’altro. Insomma non piu’ giornalismo, ma forse solo dei tecnici che mettono insieme i servizi voluti da direttore e capetto di turno.

Nessuno spazio alla considerazioni, nessun smorfia sul viso di chi va in onda che potrebbe far “pensare” il telespettatore, insomma dei “pupi” senz’anima.

Un passo significativo per me, che come detto a volte mi ha fatto essere piu’ vicino alla giornalista proprio per alcune analogie. Una email ricevuta da un suo collega all’indomani delle sue dimissioni.

“Ho firmato il documento che diceva “Al TG! non c’e’ nessun disagio”… Parlo come un prigioniero, e tale mi sento! Un prigioniero che ha contribuito a dare un’altra mandata alla chiave… E’ proprio dopo il famigerato documento che da quel ricatto si sono mosse dinamiche sporche, e questo giornale mi e’ sembrato come mai terra di conquista, contesa a morsi, senza rispetto per chi la abita… E tutto mi e’ sembrato senza speranza e senza futuro…Ecco perche’ non mi fa piu’ male nemmeno sentire che mi sono venduto, ne’ il saluto che alcuni mi hanno tolto…Ecco perche’ il disagio si sta mangiando tutto quello che ero ed ecco anche perche’ lo lascio fare”. E’ davvero possibile che un luogo di lavoro possa generare questa angoscia e tanta rassegnazione>? Vincitori e vinti.

BRUTTE NOTIZIE. Maria Luisa Busi

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