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Buccia di Banana/Barbie-volution

Creato il 08 febbraio 2016 da Morgatta @morgatta

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La notizia non è nuova, ma di un paio di settimane fa: la Mattel ha ampliato la “gamma” di Barbie, facendo affiancare la bionda icona da una schiera di bambole multiforme e multicolore. Sì, l’amica “scura” c’era già, così come quella rossa, ma a cambiare a questo giro non è stato solo il colore di pelle e capelli, bensì forme del corpo, del viso, tratti somatici, trucco e parrucco. Sono quindi arrivate le Barbie con le taglie: le Curvy, Petite e Tall. Ho dovuto meditare sulla reale utilità di questa mossa. E ancora non sono completamente convinta che sia stata un’idea geniale.

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La pagina FB di Barbie e moltissime blogger hanno osannato l’evento: “Da mamma sono proprio contenta di quest’evoluzione di Barbie.”, “Finalmente ce ne sono di tutte le forme e dimensioni, più umana e più vicina alla realtà delle donne“. L’azienda, dalla sua, conferma la sua scelta sostenendo che “la diversità è bellezza“. E fin qui non fa una piega. La diversità è bellezza, il mondo è bello perché vario ed essere figa, dopotutto, è uno stato mentale…;)

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Ma davvero la bionda perfezione di una bambola con la quale tutte noi abbiamo giocato da bambine ci ha rovinato la vita inculcandoci nella testa un ideale donna inesistente (niente capezzoli, niente passera, piedi perennemente sui tacchi e niente cellulite)? Personalmente mi divertivo ad inventare storie, a rubare i vestiti a mia cugina (che ne aveva il triplo di me) e rovinare il sogno d’amore di Ken perché la mia Barbie c’aveva da fare carriera e non poteva stare dietro a lui (immaginazione infantile…)! Le mie restanti paranoie sono arrivare dallo scontro con il mondo reale, non certo dalla mia scatola dei giochi. Anzi, quello era il Mio Mondo solo mio dove tutto andava come dicevo io (poi ci ha pensato la vita ad insegnarmi che non funziona esattamente così).
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L’azienda, chiaramente, incalza: “le nuove Barbie permetteranno alle bambine di identificarsi con il loro modello di bambola e di percepire il valore della diversità“. Ma che coglioni. Perché a 5 anni ti devi rompere le palle con le bambole culone ed imparare a scegliere i vestiti adatti alla sua forma? Perché devi intristirti se l’abito da principessa non le va perché ha troppe tette? O se la mini è troppo mini per la Barbie Pennellona? Insomma, si può giocare e sognare senza pensare alla realtà? Che poi nella vita di tutti i giorni fin dall’asilo, tra bambine, è tutto un far notare le differenze fisiche tra le une e le altre (tipo mia nipote non la facevano giocare perché le dicevano che era “grassa”…piccole stronze secche, mia nipote non è grassa…è grossa, c’ha due spalle che non vi vede nemmeno e le scappano anche la mani facili, quindi fate poco le furbe…pardon, furia di Zia)! Ci volevano anche le bambole?!?

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Che poi, dando un’occhiata ai primi “look” di queste nuove bambole, ho notato subito qual’è il vero problema: i CAPRI a quella con i polpacci grossi?!? Eh no!!! Signori della Mattel, se le fate e poi le vestite di merda lo scopo educativo va a farsi friggere! ;)

Voi che dite? Buon lunedì…



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