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Buccia di Banana/Metti l’aggettivo sul cappello…

Creato il 20 gennaio 2014 da Morgatta @morgatta

buccia-di-bananaIl Pitti ha regalato diverse perle. Se da una parte ho potuto riflettere sul futuro (incerto) dell’eleganza maschile, dall’altra non ho potuto notare come il rovescio della medaglia ci sia sempre, anche nei trend, soprattutto nella moda. Accanto ai lord britannici rivisitati, ai finti-dandy dal sapore stantio e ai barabuti-con-cappello, ecco che spuntano proposte tanto kitsch quanto “aggressive. Ed è proprio sul cappello che mi sono soffermata: dai classici reinterpretati di Superduperhats al trash chiassoso di Richkids. Aiuto!Schermata 2014-01-19 a 17.50.30

Il vecchio “CAP“, tradizionalissimo oggetto rubato allo sport (precisamente al baseball), diventa un territorio fashion dove sperimentare materiali insoliti, colori brillanti e stampe accese, passando da “sporty” a “glamour” in soli tre giorni di fiera. Una chiccheria, soprattutto quelli in pelle a specchio ed in pizzo di plastica (sì, avete letto bene, delizioso pizzo plastificato, per mantenere la forma), che già mi immagino quest’estate abbinati a svolazzanti gonne lunghe, così, giusto per generare un po’ di contrasto e dare l’aria sbarazzina a chi non ce l’ha mai avuta in vita sua…

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Ma la vera folgorazione l’ho avuta passando davanti allo stand di Rich Kids. Non ci bastavano i quintali di t-shirt con scritte più o meno idiote che ingolfano da ormai diverse stagioni gli scaffali dei negozi, adesso ci volevano i cappelli-aggettivati per svelare al mondo la propria essenza a suon di sobrie ed impercettibili applicazioni in plexi…

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Ad essere ricoperti da queste mega-lettere sono sia i cap, che i trucker hat, che i cappellucci di lana (i quali devono essere comodissimi con questi spigoli di plastica che trapassano le maglie e ti si piantano nel cervello)! Il copywriting di questa collezione spazia da termini in voga come “swag” o “vogue“, fino ad intramontabili must come “king“, “icon” ed il sempre-verde “pussy“…
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Che tu sia un “boss” o una “queen” cambia poco: lo stile ignorante e pesante accompagna ogni singolo cappello, corredato da borchie, applicazioni doppie (giusto per conferire leggerezza all’oggetto in questione), brillantini e stampe oro. La finezza è assicurata, così come la somiglianza con un gangsta-rapper-californiano (peccato che vengano indossati per andare a fare l’aperitivo in Brera)!!!
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Accecanti, con tutte queste lettere brillantissime. Importanti, con questi aggettivi e sostantivi altisonanti che tutti vorremmo avere ben visibili sulla fronte (lo so che sotto sotto andare in giro con scritto “BEEF”  a grandi lettere è uno dei vostri sogni repressi…ma beef starà mica per “MANZO”, vero???,). Innovativi, con tutte queste parole nuove e mai utilizzate (strano, mi è sembrato di non aver visto un “bitch” da nessuna parte). Accattivanti, le versioni femminili color-chicco con addirittura la veletta (cioè, tulle+lana+rosa+brillantini+lettere giganti+borchie…non stiamo forse esagerando?!?). In una parola sola: pesanti!!!
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Eppure stanno già entrando nell’olimpo delle fashioniste e di tutte le bimbe (e bimbi) minchia che pensano di fare le alternative-aggressive. Gli abbinamenti ed i suggerimenti su come sfoggiare al meglio l’aggettivo-sul-cappello si sprecano: si passa dallo sport-glam fino al total-rock’n'roll fino al ghetto-style-in-purezza (con tanto di catenoni d’oro)!
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Non vi resta quindi che scegliere la scritta che più vi rappresenta ed indossarla con fiera nonchalance…consapevoli del fatto che con una roba del genere sulla testa non passerete MAI inosservati! Ma forse non è questo lo scopo ultimo del vestirsi in un certo modo?!?
;)
Buon inizio settimana…con un messaggio di positività e speranza!
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