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Bucolocale del mio cuore

Da Lazitellaacida
Come già anticipato su Twitter, tra poco lascerò il famosissimo bucolocale che tanto affetto mi ha dato nell'ultimo anno e mezzo. Non immaginatevi appartamenti al 12 piano della Torre Velasca di Milano, è un bucolocale con vista panoramica sui garage. Ma è un piccolo spazio nel quale io mi sono trovata benissimo. Certo, a parte un piccolo problema di stoccaggio dei vestiti che ho risolto con il mio ordine maniacale. Ovviamente nessuno si aspetta di avere un armadio quattro stagioni in un bucolocale altrimenti NON VIVREBBE IN UN BUCOLOCALE. Non so nemmeno io quanti metri siano, credo 35 mq, più il soppalco. Dopo 9 anni di vita in condivisione, quando ho avuto la necessità di lasciare -e di corsa- il mio vecchio appartamento da oltre 100 mq (in condivisione con altre 2 persone) ero piuttosto spaventata all'idea di andare a vivere da sola. Lo ammetto, io sono una che di fronte alle cose nuove non ne esce MAI (e dico mai) entusiasta. Io provo sempre e solo una cosa: PAURA. Paura di cadere dalle scale e morire da sola, paura di rimanere chiusa dentro, chiusa fuori, chiusa in mezzo. Paura di non starci, paura di non riuscire ad aggiustare le cose che si rompono, paura che esplodano gli elettrodomestici, paura di stare scomoda, paura di chiamare l'idraulico, paura di chiamare il fabbro. Poi io e la mia piccola televisioncina che mi segue fedelmente da DIECI ANNI (e per questo, amo, non la voglio lasciare perché lei c'era prima, c'è durante e ci sarà forse anche DOPO DI TE), il piccolo divano che impone la posizione fetale, il piccolo bagno di cui però sono unica e autoritaria dittatrice, tutto questo è diventato "casa mia". In questi mesi ho sempre avuto in mente un post sulle gioie del vivere da sola. Mi veniva in mente quando uscivo nuda dal bagno perché avevo dimenticato di prendere il docciaschiuma nuovo. O quando mi sedevo sul divano con una maschera sul viso, o quando lasciavo la tv accesa mentre mi facevo la doccia (non è rassicurante?). Ma anche quando raccoglievo continuamente miei capelli da ogni superficie della casa, maledicendo il momento in cui ho lasciato la casa con la signora delle pulizie e trovandomi ad accusare solo me medesima per i ritrovamenti tricotici in frigo. Temevo, fortemente temevo quel momento in cui la sera torni a casa e accendi la luce in un appartamento buio.
Quello che apri la porta un po' guardinga perché tanti film ti hanno insegnato che in casa in quel momento potrebbe esserci chiunque pronto ad ammazzarti. Invece, dopo un anno e mezzo, posso affermare che il momento migliore della giornata è questo: aprire la porta di casa e non trovare N E S S U N O. Scaraventarmi sul divano con ancora il giubbotto addosso e togliermi le scarpe. Non dover parlare con N E S S U N O. Non dover dire ciao a N E S S U N O. Non dover aspettare N E S S U N O per andare in bagno. Per fare una lavatrice. Per guardare una puntata di Grey's Anatomy. Guardarne anche 3 di filato. Fare zapping 35 volte in in 30 secondi. Parlare da sola e fare pure dei discorsi articolati. Sui miei ex, sui miei genitori, sul mio fidanzato. Tagliarmi le unghie sul divano. Farmi le sopracciglia in salotto. Lasciare le tazze della colazione sul tavolo per ORE al sabato, o almeno fino a quando sono finite le repliche di Clio Make-Up. Insomma, vivere da sola è fantastico. E adesso, rinuncerò a tutto questo. E ci rinuncerò non senza una buona dose di PAURA. Paura che finisca tutto, paura di ritrovarmi su una strada tra qualche mese o qualche anno. Paura di uscire di testa alla vista del suo disordine compulsivo, paura di non essere abbastanza brava a fare da mangiare, paura di non essere sufficientemente bella con i miei peggiori pigiami. Paura di non saper stirare le sue camicie, paura di non essere una brava padrona di casa con gli ospiti, paura di essere una fidanzata rompicoglioni (bah, quella è una certezza). Ma ho rinunciato a tutto quello di cui sopra. Anche se in teoria uscire dal bagno nuda non dovrebbe essere un problema. Perché qualcuno (Lucilla), quasi un anno fa, mi scrisse: “vedrai che ad un certo punto succede qualcosa anzi, succede qualcuno”. Qualcuno è arrivato, immediatamente dopo aver messo la parola fine a Quella Storia, qualcuno sul quale non avrei scommesso 10 cent dopo il primo appuntamento. E' quello che aspetta il momento in cui vede scendermi la prima lacrima mentre guardiamo un film per abbracciarmi (e ridere di sottecchi). E' quello che cucina sempre lui i peperoni perché io mi annoio. E' quello che a Natale mi ha regalato un anello dicendomi che me lo merito. E' quello che mi ha appena regalato il peluche del porco di Angry Birds, dopo avermi aiutato a superare i livelli che non riesco a superare da sola. E' quello che mi scarica le puntate di Grey's Anatomy, Girls e Gossip Girl e poi me le manda con wetransfer scrivendo dediche d'amore. E' quello che mi dice che porterà sempre lui su la spesa perché staremo al 3 piano senza ascensore, pur di avere l'appartamento con il divano a penisola. E' quello che nonostante ci provi costantemente non si è mai -ancora- arrabbiato con me. Insomma ho paura un po' tutto, che la nostra convivenza sia l'inizio del resto della nostra vita insieme così come sia la strada che ci porti verso la rottura. Ma non si vive senza temere, non si cresce senza provare. Tornerò a casa, dopo la palestra, e lo troverò sul divano a guardare Milannews.it e Calciomercato.com E forse non c'è niente di più bello. Quindi, fatta questa doverosa premessa, se volete vedere il mio bucolocale scrivetemi una mail a [email protected] e vi girerò tutte le info. Vi anticipo che si trova su Viale Umbria e l'affitto compreso di spese condominiali e utenze escluse è di 650 €. Aggiungo un dettaglio fondamentale: sia io che l'inquilina precedente, due single incallite, abbiamo lasciato il bucolocale per cominciare una convivenza. E se ha funzionato con la Zitella Acida, buona camicia a tutti. [L'arredamento rosa è MIO].
Bucolocale del mio cuore

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