Quando ero bambina il primo di aprile si celebrava con un bel pesce di carta attaccato di nascosto alla schiena e si rideva tra i compagni sul malcapitato.
Tra i grandi, invece, c’era chi si cimentava in scherzi d’autore: chi non ricorda, Estate 1984, il ritrovamento di tre statue di Modigliani poi rivelatesi un falso fatto da tre ragazzi livornesi?
Ma erano casi sporadici, fatti benissimo e davvero difficile da sgamare anche dagli esperti.
Oggi. Oggi siamo nell’era dell’internet, le notizie volano come razzi da una parte all’altra del mondo in un soffio; con un computer in tre secondi, con una media abilità, si può fare di tutto, correggere immagini, modificare testi, attribuire date e mettere il tutto in rete. Con la certezza che una buona parte degli utenti non coglierà la bufala, anzi, più sarà clamorosamente falsa, e più verrà condivisa come vera.
Senza, ovviamente, verificarne la veridicità.
Vediamo come
Ieri mi sono imbattuta in questo link (clicca qui) . In sostanza viene raffigurato il nuovo logo della regione piemonte, un orribile e infantile lombardia con stivali, occhialetti, cazzuola e progetto con la scritta edificante “Lombardia, voce del verbo lavorare”
Come potete vedere tutti “una cagata pazzesca”
Pare che questo logo sia stato pubblicato e pubblicizzato dall’assessore regionale alle infrastrutture e alla mobilità della regione Lombardia, Alessandro Sorte, sulla sua pagina Facebook e l’articolo ne fa rimando con un link diretto.
La cosa più semplice da fare è cliccare il link. Io l’ho fatto. Ed ecco cosa appare.A questo punto, o lascio perdere il link, o mi faccio delle domande.E così cercando nel web scopro
1) il logo è vero, esiste, qualcuno lo ha disegnato ( quali manine sante? Sarà anche stato pagato o gli avranno regalato un ovetto kinder?) ma a quanto pare è solo un logo interno all’assessorato per un evento. (così dicono, mah!)
2) il motto è stato rubato a tal Angelo Capelli, consigliere regionale (che poi è un motto veramente deprimente, da andarne proprio fieri), rivale politico del Sorte. (conosco altri casi di motti rubati tra rivali, sarà uso comune. Io i miei rivali, se ne ho, nemmeno li leggo, figuriamo copiarli)
Ecco che allora viene da chiedersi se era un pesce d’aprile in anticipo o una bufala, una presa in giro politica, o la verità, cosa ben più grave di tutte le altre.
E viene da chiedersi se vale la pena pubblicare la notizia come vera, quando nessuno sa la verità.
Ma l’amaro che resta è che questo dell’internet è un mondo brutto, di prese in giro, di cattiverie e noi, nella fretta di condividere e dire, condividiamo link, pensieri, immagini, senza aver prima verificato le fonti, contribuendo a spargere schifezze bugiarde e false.
E generiamo un mondo ancora più brutto di quello che già è.
Pensare che basterebbe un click in più per verificare.
Chiara
Qui Alberto Puliafito dice più o meno le stesse cose, ma con argomenti più seri e con dettagli maggiori