Di Mario Marrandino. Cresce forte indignazione, dal mondo televisivo a quello politico, con il Partito democratico che chiede “un passo indietro” di Carlo Tavecchio.
Il candidato alla presidenza della federazione italiana gioco calcio, super favorito nella corsa per la poltrona lasciata vuota da Abete, è finito sotto accusa per la frase razzista sui giocatori stranieri: “Qui fanno i titolari quelli che prima mangiavano le banane”, inutile dire che tali parole sono state la scintilla che ha dato origine ad un fiume di polemiche.
Non basta la precisazione dello stesso Tavecchio: “Parlavo del curriculum”, dice. Aggiunge poi: “Accetto tutte le critiche, ma non l’accusa di razzismo. La Federazione condurrà una politica fattiva contro ogni discriminazione”. Ma in serata arriva una presa di posizione molto importante, e pesantissima per il candidato alla Figc. Quella di Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport. In ambienti a lui vicini si parla di “forte irritazione” e si ricorda come il sottosegretario ha guidato fino allo scorso anno la campagna per i diritti della cittadinanza dei giovani stranieri nati e cresciuti in Italia (“L’Italia sono anche Io”) e che ha promosso iniziative contro il razzismo.
Dopo la dichiarazione della vice di Renzi nel Pd, Debora Serracchiani: “Il caso Tavecchio non dovrebbe nemmeno essere in discussione: la sua candidatura semplicemente non può essere presa in considerazione. Se lo sport deve essere anche un mezzo per proporre modelli di comportamento allora chi usa espressioni di stampo razzista non può andare ai vertici di un organo importante e visibile come la figc”. “Chi prende le difese di Tavecchio in realtà sta prendendo un abbaglio. Ha fatto bene a scusarsi, ora faccia meglio e rinunci alla carica”.
Stefano Bonaccini, responsabile enti locali Pd, incalza: “I problemi del calcio e dei vivai e possibili soluzioni si possono indicare senza parlare di mangiatori di banane? Passo indietro, no?”. Stessa richiesta da Davide Faraone, renziano e responsabile welfare del partito: “Tavecchio non può fare il presidente della Fgci. Sono state svuotate le curve e sospese partite, per parole così. Non avrebbe credibilità“. E anche il coordinatore del settore sport Luca Di Bartolomeni dice su Twitter: “Un passo indietro”. Quindi, Roberto Morassut, deputato: “Il signor Tavecchio, candidato a ricoprire il ruolo di presidente della Federcalcio, dovrebbe ritirarsi dopo le sue indegne dichiarazioni di ieri”.
Anche il Sel elargisce una dura condanna e Nicola Fratoianni scrive su Twitter: “Nessuna gaffe. Solo razzismo. Solo ignoranza. Solo volgarità. Questo non può fare il presidente di nulla. #Tavecchiovattene“. Amareggiata Cecile Kyenge, europarlamentare Pd ed ex ministro per l’Integrazione: “Le parole sono pietre, possono eventualmente dar luogo anche ad episodi di violenza verbale e fisica”.
È Forza Italia, invece, a mobilitarsi per Tavecchio. Parte Maurizio Gasparri: “Una polemica esagerata. Montare una campagna antirazzista su una frase di Tavecchio, che peraltro si è scusato, mi sembra un’esagerazione. Invito qualcuno che vedo agitarsi, nel Pd soprattutto, a scendere da cavallo…”. Prosegue l’europarlamentare Laura Comi: “Non si può crocifiggere un uomo per una frase pronunciata parlando a braccio, nell’emozione del momento”. Chiude, in crescendo, Daniela Santanchè: “Alla sinistra è andato di traverso il brivido patriottico di Tavecchio”. A loro si unisce ironicamente anche il leghista Matteo Salvini. “Renzi occuperà di diritto anche la poltrona di Presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio. Da domani banane vietate per legge in tutti i negozi”.
I vertici ufficiali del calcio tentano di coprire le spalle di Tavecchio e provano a difenderlo. Uno dei grandi sponsor della candidatura, Andrea Abodi dice: “Per me il razzismo è una cosa seria. Quel passaggio è stato inopportuno, infelice e inaccettabile. Senza sensibilità e rispetto non si va da nessuna parte”, ma “attenzione: una frase non fa di una persona un razzista”. E ancora: “Noi dirigenti abbiamo molti, ma molti più doveri dei tifosi. Dobbiamo prestare molta, ma molta più attenzione a comportamenti e linguaggi” ricorda Abodi da suo profilo Twitter.
Ad appoggiare Tavecchio c’è anche Maurizio Beretta: “Si registrano ancora dichiarazioni che tendono a strumentalizzare per finalità diverse una battuta infelice, priva di qualsiasi connotazione razzista e per la quale il presidente Tavecchio si è prontamente scusato. La vita del presidente Tavecchio è una continua testimonianza di azioni contro ogni forma di discriminazione”. Parla di strumentalizzazione anche il presidente della Lega Pro, Mario Macalli.
Mario Pescante, ex presidente del Coni, oggi membro Cio, prova a giustificarlo. “Che abbia avuto una scivolata è fuori di dubbio ma mi pare che abbia subito chiesto scusa. È possibile anche che la tensione abbia giocato un brutto scherzo”. L’ex ministro dello sport Josefa Idem, infine, prova a ridimensionare: “Mi sento solo di fare un invito a tutti i livelli per abbassare i toni. Bisogna cominciare a pensare all’interesse del Paese e a lavorare solo per quello e questo vale per tutti, non solo per il mondo del calcio”.
Ma è anche il fronte dei giocatori a muoversi contro Tavecchio. Duro il presidente dell’Assoallenatori, Renzo Ulivieri: “Noi candidiamo Albertini. Se l’avesse detta lui una cosa del genere gli avrei tolto il mio appoggio”.
Sconcertato Damiano Tommasi: “Non so se è peggio Poba e le banane o il silenzio che le ha circondate… In queste ore ho ricevuto numerose telefonate di calciatori italiani e stranieri che sono letteralmente esterrefatti”.