Dal primo fino al 21 dicembre è incorso la campagna di Telefono Azzurro contro il bullismo: una iniziativa mirata alla sensibilizzazione ed alla raccolta di fondi per sostenere iniziative concrete mirate ad arginare il fenomeno. Secondo i dati raccolti dalla organizzazione si tratta di un fenomeno in costante crescita: attualmente il 35% degli adolescenti riferisce di essere stato vittima di qualche forma di bullismo ed in un caso su tre si tratta di episodi che avvengono in ambito scolastico.
Secondo la valutazione che ne fa il telefono azzurro non si tratta semplicemente di agiti legati ad ordinarie dinamiche di competizione o a "scherzi" nel gruppo di coetanei, ma si tratta di vere e proprie designazioni e persecuzioni alle quali la vittima che le subisce può reagire con gesti inconsulti ed estremi oppure, nel migliore dei casi, riuscire a tollerare ferite e cicatrici destinate a durare per sempre...
Nel biennio 2013-2014 sono state richieste 3.333 consultazioni riguardanti problematiche della età evolutiva e di queste 485, ovvero il 14,6% erano motivate da fenomeni di bullismo e cyberbullismo: il numero di segnalazioni più elevato riguarda principalmente tre regioni (Lombardia, Veneto e Lazio) questo non necessariamente indica che si tratti delle regioni a maggiore rischio, ma potrebbe anche significare che sono le regioni in cui la sensibilità al fenomeno è più acuta.
Più frequenti vittime di bullismo sono le ragazze, mentre il 10,2% delle vittime sono stranieri. Negli ultimi anni si è registrato un aumento delle segnalazioni inerenti il fenomeno: dall'8,4% del 2012 al 13,1% del 2013 fino all'attuale 16,5%. Anche qui in effetti non possiamo valutare fino a che punto il continuo incremento di segnalazioni sia dovuto ad una reale progressiva espansione del fenomeno ed in che misura invece sia da addebitarsi ad una maggiore sensibilità legata anche all'eco mediatica di alcuni gesti drammatici di ragazzi che non hanno retto il bullismo dei compagni.
Secondo una ricerca Doxa condotta in collaborazione col telefono azzurro ha interessato 1.500 adolescenti tra gli 11 ed i 19 anni, un ragazzo su dieci è stato vittima di cyberbullismo ed un ragazzo su cinque lascia il proprio profilo completamente pubblico.
In tutti i casi si tratta di un fenomeno preoccupante rispetto al quale sono necessarie campagne educative e culturali capillarmente diffuse.
- Il diritto di essere deboli con la forza dei deboli.
Il bullismo si sviluppa all'interno di un gruppo di coetanei come una forma di degenerazione delle fisiologiche dinamiche di competizione sociale: il bisogno di autoaffermazione comporta l'esigenza da parte dei singoli di emergere, obiettivo che può essere conseguito costruttivamente in presenza di buone capacità e sani equilibri emozionali, ma anche distruttivamente (affermarsi prevaricando altri) quando capacità ed equilibri risultino carenti e con essi la consapevolezza e l'accettazione dei propri limiti. Questo comporta che è proprio all'interno dei gruppi più disagiati che possono facilmente fiorire fenomeni di bullismo e violenza.
Naturalmente il disagio e la violenza tendono di per sé a scaricarsi verso i soggetti più deboli, perché è più facile in quanto da questi non si temono ritorsioni perché poco capaci di elaborare strategie difensive efficaci: questo accade il più delle volte inconsapevolmente per semplice istinto di autoconservazione, ma appunto per questo motivo le personalità già intrinsecamente più fragili riporteranno danni più profondi.
I nostri principi educativi fondamentali ci insegnano che la debolezza va tutelata e protetta, non sopraffatta, ma solitamente i valori positivi in base ai quali i ragazzi costruiscono la propria autostima sono tali da rendere difficile alle vittime la denuncia di quanto subiscono.
Gli altri, cominciando dai familiari, li vorrebbero belli, bravi, forti ed intelligenti: confessare di star subendo atti di bullismo significa anche confessare ciò che si ritiene essere una propria debolezza e difficoltà o incapacità a difendersi. Le vittime spesso si vergognano come se fossero colpevoli e questo spiega perché gran parte del fenomeno bullismo resti nel sommerso molto a lungo...
In realtà le cose non starebbero proprio così: tra i cosiddetti bulli ci sono tantissimi deboli, che pur di illudersi di essere forti si schierano dalla parte del più forte lasciandosi trascinare in comportamenti anche molto negativi e questa almeno è una forma di debolezza da cui la vittima dei bulli di solito rimane immune, rivelando così una forza tutta sua, che effettivamente non è da tutti.