Arriva l’autunno, riaprono le scuole, la vita quotidiana torna definitivamente alla sua normalità.
Riparte anche il palinsesto televisivo, a base di prove del cuoco, isole dei famosi e divani rossi lasciati fuori dalla porta. E anch’io mi sento in dovere di riaprire lo spazio culturale più amato di questo blog, quello che più porta accessi e picchi di audience alle mie pagine, vale a dire la rubrica “Weekend al Cinema Porno” con tutti i preziosi consigli per passare un tradizionale fine settimana in famiglia a base di video a luce rossa.
E siccome, è giusto non perdere la propria coscienza civile e il senso di responsabilità nazionale nemmeno quando ci si masturba sul divano in un piovoso sabato sera, il film che propongo per questa rentrée è strettamente legato all’attualità politica, neanche fosse una puntata di “Ballarò” in salsa hard-core.
Orfani dei reportage di Annozero e delle docufiction sulle porcherie commesse dalla casta dei nostri governanti che Santoro ci aveva promesso, possiamo dunque ripiegare su “Bunga Bunga Presidente”, l’istant-porn-movie uscito sul mercato lo scorso Novembre quando pensavamo di aver toccato il fondo del barile in fatto di politica della lap-dance e ignoravamo di essere invece solo all’inizio.
Prodotto dalla “Factory” di Silvio (toh!) Bandinelli, e con un tale Rokko (nulla a che fare con il totem del mito nazionale Siffredi, solo una volgare imitazione in scala ridotta) nel ruolo del nostro Premier.
Ai cultori del genere verrà immediatamente in mente il parallelo con il Grande Classico “L’Onorevole Cicciolina”, girato da Ilona Staller nel 1987, ai tempi della sua erezione.. ehm… elezione al Parlamento Italiano, ma questo nuovo esempio di pornoparodia a sfondo bicamerale è decisamente più al passo coi tempi, e ruba a man bassa dallo stile televisivo bagaglin-zelighiano utilizzando un attore (?!?) che sembra voler dimostrare di avere le palle più come comico che come fornicatore.
A causa del low-budget tipico di tutte le produzioni del genere, qui mancano gli sontuosi scenari tipici della pornografia originale a cui la trama si ispira – i salotti di Villa Certosa e Palazzo Grazioli. All’inizio del film il Presidente coperto solo di una cuffietta per capelli assai poco virile, lava il suo “culo flaccido” in una vasca da bagno da casa popolare, e più che evocare le serate orgiastiche nelle regge berlusconiane ricorda la caricatura povera che ne fa Cornacchione.
La sceneggiatura è raffazzonata come tutti i pornazzi di produzione contemporanea (forse un po’ di più, vista la chiara esigenza di realizzare il film in tempi brevissimi per metterlo in vendita il prima possibile e sfruttare quello che sembrava un fatto di cronaca politica momentanea e invece rischia di durare più a lungo del Terzo Reich), ma il vero difetto del film è che anche le scene di sesso non fanno alzare minimamente l’interesse dello spettatore, né la sua informazione sui fatti. Tre scene di sesso lei+lui, senza neanche un trio, una poliziotta, una ministra, un crocifisso passato tra i seni in maniera allusiva, o – come sarebbe stato d’obbligo – una delle scene saffiche tanto care a Papi.
Floscia anche l’ironia e un sacco di spunti persi, di occasioni che la realtà avrebbe offerto e invece il regista si è lasciato sfuggire. Io, per esempio, non avrei proprio rinunciato a metter su una bella scena sadica in cui far prendere a schiaffi una sosia di Daniela Santanchè, visione che, ne sono certo, avrebbe fatto arrapare migliaia di spettatori e spettatrici.
Insomma.. un filmetto quasi più triste della realtà che si propone di parodizzare. Eppure si tratta di un porno da vedere, e senza mai schiacciare il tasto di avanzamento veloce sul telecomando ma al contrario, ciucciandoselo tutto (è il caso di dirlo) dall’inizio alla fine per tenersi addosso quell’importante senso di noia, squallore e senso del “non c’è niente da ridere” che, a mio avviso, in questo momento storico è il più sano degli stati d’animo.
Magazine Erotismo
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