Pubblicato da Giovanni Nuscis su dicembre 31, 2011
Ognuno vede a modo suo
l’augurio di nuovo anno.
Indelicato per alcuni
per i dolori patiti.
Una banalità da evitare
per altri.
O da accettare perché così si fa
cortesia che non costa niente.
Affetto sincero si spera
dai più cari
e anche dai più lontani.
Ma il gelo a mezzanotte
accompagnerà come ogni anno
una fine e un inizio
e alzando gli occhi al cielo
ci diremo che niente in fondo
è quel numero in più
nel tempo infinito;
che molte son le cose
da cui ci separiamo.
Lutto silenzioso
che si ripete.
Un miracolo essere vivi
esserci incrociati
in questo spazio.
Il bene che si augura
è anche questo:
non perderci
tra noi e in noi.