Rita Levi Montalcini, premio Nobel e senatrice a vita, oggi ha compiuto 103 anni e il primo a inviarle gli auguri è stato il capo dello stato Giorgio Napolitano. Seguito dal presidente del Senato Renato Schifani. Il presidente della Camera Gianfranco Fini le ha scritto: «Desidero manifestarle la mia sincera ammirazione per l'impegno che ha costantemente e instancabilmente profuso nel campo della scienza e della ricerca scientifica, nelle istituzioni e nella società».
Gli auguri di Monti. Anche il capo del governo ha preso carta e penna per manifestare alla Montalcini la sua stima:«Tutti gli Italiani, ne sono sicuro, - scrive Monti - si associano agli auguri calorosi che tengo ad esprimerle, affinché lei possa continuare ancora a lungo a spronare tutto il paese, le istituzioni, la politica e gli individui, ad operarsi per assicurare un futuro alla ricerca in Italia e le opportunità ai giovani scienziati più meritevoli, per giungere al successo anche sul piano internazionale». La sua vita è - aggiunge il presidente del Consiglio - una testimonianza eccezionale che dimostra dove si puo arrivare nel mondo della ricerca grazie all'ingegno e all'impegno nello studio e nel lavoro».
Gli auguri. Messaggi sono stati inviati dal sindaco di Roma Alemanno, dai presidenti della Provincia Zingaretti e della Regione Polverini e dal ministro della Salute Balduzzi.
La ricercatrice. Rita Levi Montalcini sta bene, anche se esce meno, ed è ancora un modello per tanti giovani ricercatori, dei quali continua ad alimentare l'entusiasmo per il lavoro scientifico. Adesso la vita della professoressa è molto più tranquilla di un tempo. Le sue condizioni di salute sono soddisfacenti: nonostante l'aspetto minuto e fragile ha una fibra d'acciaio che le ha fatto superare molto bene l'infortunio che poco più di due anni fa le ha causato la rottura del femore, costringendola ad un intervento chirurgico e ad una lunga convalescenza. Rita Levi Montalcini trascorre in casa la maggior parte delle giornate, ma non si annoia. Continua a ricevere le persone che le sono più vicine, i suoi collaboratori più stretti. Si tiene informata su quanto accade in Italia e nel mondo e soprattutto continua a seguire, seppure a distanza, gli sviluppi delle ricerche in corso nella «sua creatura», l'Istituto europeo di ricerche sul cervello (Ebri), la cui attività segna il coronamento della sua lunghissima carriera scientifica. È in questo laboratorio, infatti, che stanno prendendo forma gli sviluppi delle ricerche sul fattore di crescita delle cellule nervose (Ngf), che Rita Levi Montalcini ha scoperto all'inizio della sua carriera e che nel 1986 l'ha portata al Nobel. È soprattutto l'Ebri che la 'signora d'acciaio della ricercà va a visitare le rare volte in cui esce. Lì ha modo di incontrare tanti giovani ricercatori. «È ancora una forza motrice per i giovani che lavorano all'Ebri, nei quali incute sempre più entusiasmo», dicono di lei i suoi collaboratori. «Senza dubbio - aggiungono - la passione per la ricerca è stata il motore della vita della professoressa e continua ad esserlo. È più che mai convinta che il lavoro del ricercatore sia uno dei più belli che si possano fare».