Ripubblichiamo l'articolo per il compleanno di Buk in vista dell'uscita di domani del libro di Roversi e per l'eliminazione dello stesso post, avvenuta per causa misteriose.
Oggi avrebbe compiuto il suo 90° compleanno.
Charles “Hank” Bukowski. Scrittore, poeta, ubriacone. Almeno questa è la visione comune che i più hanno di lui.
In realtà capire esattamente chi era è molto difficile e l’unico modo per riuscire a farlo è attraverso le sue pagine e le testimonianze (attendibili) di chi gli è stato accanto e ha avuto modo di riuscire a percepire quella luce spenta che brillava come un sole.
Il 25 agosto arriva nelle librerie CHARLES BUKOWSKI. Scrivo racconti e poi ci metto il sesso per vendere. La vita, la poesia e i segreti di uno scrittore maledetto (Castelvecchi Editore) del bravo Paolo Roversi, giornalista e scrittore che da tempo si interessa al nostro amato Buk (viene chiamato affettuosamente in molti modi dai suoi appassionati e questo è uno di quelli) e che qui propone la sua visione dei fatti come indagatore letteraral-alcolico.
Scritto, e viene subito messo in chiaro nell’introduzione, non per diretta conoscenza (anche per questioni temporali), ma seguendo la voce di Fernanda Pivano (a cui l’autore del “saggio” ha fatto riferimento diretto), che “interviene”chiarendo le idee su chi potesse essere l’uomo e lo scrittore si arricchisce delle idee del giornalista de La Repubblica Enrico Franceschini, dell’indomito Andrea G. Pinketts e della traduttrice delle opere in Italia Simona Viciani, con un inserto fotografico che va dal Vecchio Sporcaccione a Fernanda Pivano.
Un saggio (uscito in forma ridotta un quinquennio fa), che non ha la pedanteria tipica di questa forma di scrittura ( e lo dimostrano anche i capitoli dedicati ai locali che omaggiano Hank e alle iniziative fatte in tutta Italia), che affronta tutte i momenti salienti della vita di Hank, che non tralascia le digressioni, le controversie legate all’animo rissoso e ribelle del poeta e dei suoi reading, che regala tracce di forte emotività gestita da Roversi per poter essere obiettivo e attento.
La scrittura del giornalista milanese è molto piacevole, scorre, sa essere giustamente dosata con porzioni esatte di storia, ricerca e amore personale per Bukowski, la cosa che però annotiamo, in modo bonario ovviamente, è la ripetitività di alcuni concetti e citazioni durante lo svolgersi dei capitoli, un po’ troppo ossessiva,il continuo uso dell’appellativo “Vecchio” che durante la lettura fa evaporare il suo significato goliardico, cameratesco ma anche a modo suo, rispettoso. Due cose che non abbiamo ben capito …
Per quanto riguarda il libro in sé, è sicuramente da acquistare da chi adora Buk, per avere un altro tassello, un altro colore per la grande tela Bukowski che si sta costruendo, soprattutto una voce tutta italiana; per chi conosce già qualcosa e vuole approfondire è certamente un buon passaggio, un utile prontuario mentre invece è ottimo per chi non ha sentito che il nome di questo nostro amato scrittore americano.
Oggi festeggiamo il suo compleanno. Il 25 agosto in libreria facciamoci un regalo da leggere con un six-pack ghiacciato.
Buona scelta
IBD