Buon Ferragosto a tutti i Cristiani.
Buon Ferragosto a chi va in ferie, malgrado il contratto a termine, malgrado il contratto a prova, malgrado si esibisca in un circo come precario su un filo, senza rete e senza assicurazione sulla vita.
Che poi uno dovrebbe riuscire a farsi prima una vita, e poi un’assicurazione sulla vita.
Buon Ferragosto a certi squali che navigano in acque sempre più sicure, intorno all’unica specie in via d’estinzione: la persona.
Buon Ferragosto ai subacquei che hanno deciso di andare a fondo nelle cose e troppo spesso si dimenticano che la leggerezza del vivere ama la superficie.
Buon Ferragosto a chi lavora tutto l’anno, a quei pochi fortunati che godono del posto fisso per quattro stagioni su quattro, prima dietro una scrivania o un tornio, e poi sotto l’ombrellone.
Buon Ferragosto a chi è abituato, alienato, appostato per sempre con le sue certezze, a chi tenta di non guardare al sismografo della vita. Non sarà la povertà di denaro a fare lo sgambetto, ma la scarsità di nuove idee e prospettive. La povertà di entusiasmo è il sintomo di una crisi e non sta scritta sul cartellino del prezzo.
Buon Ferragosto a chi dà un prezzo a tutto e un valore a niente come diceva qualcuno, buon ferragosto ai vacanzieri last-minute, a chi cerca un affare per procurarsi un pacchetto serenità. A chi è felice e rilassato in un tempo determinato, a chi si lascia vivere, a chi non prende in mano il timone della propria vita.
Buon Ferragosto a me, che poi sono esattamente come tutti gli altri.
O forse no.