Auguri.
Per quanti anni mi sono chiesta qual è il significato delle parole «Buon Natale»?
Forse sono riuscita a trovarlo, un senso.
Forse, quel «Buon Natale» vuol dire «Buona Vita».
Oppure vuol dire «Per oggi e per il futuro, ti auguro solo belle sensazioni. Ti auguro il calore degli affetti, l’abbraccio di un amico, un sorriso sincero, una parola che non ti aspettavi. Ti auguro amore, in tutte le sue forme».
O, ancora, è uno stimolo a vedere la vita – sì, anche le brutture – attraverso un paio di lenti colorate.
Poi uno pensa quel che vuole: è il bello della libera interpretazione.
Domani, 25 dicembre 2011, vi auguro di ricevere un abbraccio (o una parola forte come un abbraccio) da chi non ve l’aspettavate.
Buon Natale, soliti lettori.
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PS (corsivo)
Come da tradizione, in questi giorni mi sottoporrò (di buon grado, va da sé) a un tour de force enogastronomico con parenti e amici: sarà la fiera del colesterolo e dei trigliceridi, con una reprise invernale di Cantine Aperte a domicilio. Perdonerete dunque una eventuale latitanza su questo blog.
Giacché mi duole abbandonarvi, nell’attesa di risentirci v’offro un ottimo Lagone del 2002 (gran vinello, l’assicuro; pessimo abbinamento col panettone, ma tant’è: fatevelo andar bene) e un altrettanto ottimo brano. Non convenzionale pel periodo, ma… non ditemi che v’aspettavate, dalla sottoscritta, un «E viene giù dal ciel». O, peggio, l’arcinoto nonché abusato «Last Christmas» degli Wham!