«La città non era piacevole, e nemmeno il clima, eppure si percepiva ovunque una certa allegria, che anche la più limpida giornata estiva e il più splendente sole non sarebbero riusciti a creare.
Il merito era delle persone che spalavano i tetti, gentili e di buon umore; si chiamavano da una casa all’altra, lanciandosi ogni tanto, scherzosamente, qualche palla di neve – scherzi innocenti di molte battute – e ridevano cordialmente se i proiettili colpivano il bersaglio, e altrettanto cordialmente se non arrivavano a destinazione. Le botteghe dei pollivendoli erano ancora aperte a metà, mentre quelle dei fruttivendoli risplendevano in tutta la loro lucentezza. Si potevano vedere delle grosse ceste di castagne, rotonde e panciute, simili agli ampi panciotti di quei vecchi gentiluomini che ozianodavanti alla porta di casa e poi si riversano per le strade con la loro apoplettica corpulenza. Delle cipolle di Spagna brune, grasse e lucide come frati spagnoli, nel pieno della loro maturazione, occhieggiavano furbescamente dagli scaffali alle ragazze che passavano guardando, senza farsi notare, il vischio appeso al soffitto. Vi erano pere e mele ammucchiate in alte piramidi appetitose, grappoli d’uva che, grazie alla delicata perizia del negoziante, ciondolavano da grossi ganci, affinché i passanti potessero avere gratuitamente l’acquolina in bocca. Vi erano mucchi di nocciole vellutate e brune, che con la loro fragranza ricordavano antiche passeggiate nei boschi, il piacevole rumore delle foglie secche fino alla caviglia. Mele cotte del Norfolk, grasse e scure, esaltavano il giallo delle arance e dei limoni che, nella compattezza del loro sugoso aspetto, chiedevano e imploravano di essere portati a casa in sacchetti di carta e mangiati a pranzo.»
Charles Dickens, tratto da A Christmas Carol
Auguri di buone letture natalizie da Temperamente