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“Buon Natale Nonna!” “Buon Natale fia mia” #Natale2011

Da Lacucinadiqb
“Buon Natale Nonna!” “Buon Natale fia mia” #Natale2011
“Ma te par? Aqua alta anca stamatina! Alla Vigilia!!”Nonna Maria aveva un diavolo per capello: anche se il tempo aveva profondamente violato il suo temperamento indomito e la sua stanchezza era sempre più palpabile, gli occhi si erano illuminati per un attimo di quella luce che aveva dato vita alle mie “giornate veneziane”, perle di immenso valore che il tempo aveva reso ancora più pregiate.“Buon Natale Nonna!” “Buon Natale fia mia” #Natale2011

La Vigila del Natale del 1988 chiudeva un anno piuttosto doloroso per tutti e ci ritrovammo, la Nonna ed io, come naufraghe: stordite dagli avvenimenti e da un vento di scirocco che sembrava volesse sommergere ogni pietra di Venezia.Il medico che la seguiva aveva imparato a curarla anche ascoltando il frastruono della sua malinconia; le restrizioni alimentari che la costringevano ad una lunga e monotona Quaresima venivano vissute come gli editti che il Gran Senato della Serenissima amava lanciare ad ogni piè sospinto ad una popolazione troppo occupata a non rispettarli e che si stordiva  in un eterno Carnevale.“Anna mia, semo noialtre a Nadal, mi e ti”, mi disse, con un filo di voce, “e quel desgrasià el me ga dito che no posso magnar gnete! Ma perchè nol me copa?”. Ecco fatto: il medico aveva pronunciato la sentenza. Inappellabile.
“Buon Natale Nonna!” “Buon Natale fia mia” #Natale2011
E mentre la giornata volgeva all'imbrunire, il silenzio operoso delle mani della Nonna faceva uscire  dai cassetti di mobili antichi, che sapevano di legno e di risate, la tovaglia di lino impreziosita dai merletti che suggerivano un corredo sofisticato e prezioso, le posate in argento con quel decoro così malizioso, le finissime porcellane che la bisnonna era solita scegliere personalmente a Vienna, città che amava quanto Venezia e che raggiungeva con i primi e sbuffanti treni, ed i fiori bianchi, che la Nonna amava in tutte le sue forme ma nell'unico colore che ancora indossava.Le consuetudini degli amici del Gheto vecio, e le disposizione del medico, mi diedero qualche spunto per una cena della Vigilia tradizionale - come poteva esserlo una città dalle mille contaminazioni come Venezia - seppur spartana: un assaggino di tibuia, i bigoli in salsa, la spigola al sale appena profumata di melograno e le amate spumilie, quelle nuvole di zucchero e albumi che il resto del mondo si ostinava a chiamare meringhe.

“Buon Natale Nonna!” “Buon Natale fia mia”

Un Natale di Pace Amiche ed Amici carissimi.

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