sono andata un po’ lunga stamani…
dopo una notte insonne dovuta al mal di schiena mi sono addormentata alle sei, dopo aver mandato una mail al mio capo che più o meno diceva: “io gnafò”.
e mi sono svegliata tardi.
e ho una notizia: in piazza la mattina c’è vita!
gite scolastiche che vengono a vedere la torre delle ore, muratori che sbatacchiano, gente che discoRe, biciclette che vanno e vengono, voci di vita normale.
la città di mattina esiste: il cinema della mia finestra offre la signora di fronte, che sistema i gerani e fuma una sigaretta, i proprietari dei negozi qui sotto che chiacchierano sulla soglia, i tedeschi in gruppo che mi pare di stare al kunsthof.
e poi il rumore di fondo di via fillungo in lontananza, l’aprirsi e chiudersi delle finestre e i panni fuori.
se io fossi il sindaco di questa città, come prima cosa cancellerei l’ordinanza che vieta di stendere i panni “dove si vedono”.
sono stata in liguria con la bionda e era un giorno di sole, con i panni fuori e era bellissimo vedere le sinfonie di lenzuola al vento, gonfie di luce, oppure la fila delle magliette di bimbo, i calzini neri come note musicali, le mutande una dopo l’altra, gli asciugamani che sembravano bandiere.
era tutto uno sventolare di vita allegra.
i panni fuori raccontano la vita dentro, case con bimbi piccoli, con vecchi soli, con operai, con donne vamp, famiglie di tutti i tipi, che si vestono in tutti i modi.
una città che ha pudore del proprio bucato è una città triste e che ha vergogna dei propri abitanti.
viva le lenzuola al sole, viva i pedalini ad asciugar!