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Burundi. Ancora violenze tra ribelli e Governo. Unhcr, ‘oltre 110.000 profughi’

Creato il 18 maggio 2015 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

burundi_profughidi Giacomo Dolzani

Sono già moltissimi i profughi causati dalle violenze seguite al fallito colpo di stato militare in Burundi, scaturito ufficialmente dalla decisione del presidente Pierre Nkurunziza di candidarsi per il terzo mandato consecutivo, motivazione dietro alla quale c’è però una lunga storia di conflitti di potere con generali ed alti funzionari di opposte fazioni. A guidare il tentato golpe è stato infatti l’ex capo dei servizi segreti, generale Godefroid Niyombare, affiancato da alti ufficiali e dalla parte di esercito a lui fedele; secondo le informazioni diffuse dal Governo, già tre degli uomini più vicini a Niyombare sarebbero stati però arrestati. Dai dati rilasciati dall’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di fornire assistenza ai rifugiati, sarebbero oltre 110.000 le persone obbligate a lasciare le loro case per fuggire dai combattimenti, ancora in corso in ogni parte del paese, tra militari dei due diversi schieramenti; benché il colpo di stato sia fallito, i ribelli non si sono infatti arresi e le violenze continuano. Questi profughi, riferiscono l’Onu e le diverse Ong presenti in Burundi e nei paesi limitrofi, hanno trovato rifugio soprattutto in Tanzania (circa 70.000 secondo le Nazioni Unite), ma anche in Ruanda (30.000) e parte anche nella Repubblica Democratica del Congo, principalmente nello stato del Sud Kivu (oltre 9000). L’emergenza rischia di tramutarsi in un vero disastro umanitario, servono infatti acqua, cibo e medicine per evitare carestie ed epidemie, ma l’area molto ampia e le vie di comunicazione carenti, unita alla pericolosità della zona, rendono estremamente difficile trasportare grandi quantità di aiuti e fornire un soccorso immediato. da Notizie Geopolitiche



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