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Burundi, come liberarsi di Pierre Nkurunziza?

Creato il 27 aprile 2015 da Dragor

   Burundi 2

 

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   IN BURUNDI ci sono un partito aperto a tutti, l'UPRONA (Union pour le Progrès National), e un partito dichiaratamente etnico, le FDD (Forces de Défense de la Démocratie, erede del vecchio Frodebu). Ma in virtù dell'equivoco caldamente intrattenuto dai governi occidentali e  dai media internazionali, per non parlare dei preti, l'Uprona è un partito "tutsi" mentre nessuno si sogna di definire "partito hutu" le FDD. In realtà il presidente hutu Pierre  Nkurunziza fa una politica razzista, soprattutto quando parla in kirundi.  Il leit-motif dei suoi discorsi è "noi" e "loro". Non parla a nome dei cittadini ma a nome degli Hutu, come se i Tutsi fossero un'etnia straniera.  Il suo pezzo forte, quando va a predicare nelle campagne (sì, a predicare, perché da buon razzista è un bigotto con la testa imbottita di scemate evangeliste) è "noi siano l'85 per cento, loro il 15. Così noi dobbiamo comandare." Ovviamente, quando parla in francese, la musica è diversa: "Io sono il presidente di tutti i burundesi. Le etnie? Mai sentite nominare." Ma appena passa al kirundi, comincia ad accarezzare nel senso del pelo i suoi amati fratelli Hutu come se fossero i soli abitanti legittimi del Burundi e i Tutsi degli invasori .Lo stesso accade in Rwanda, dove il partito interetnico FPR (Front Patriotique Rwandais") è qualificato dai media come "Tutsi" mentre l'opposizione che rivendica in modo più o meno sfumato l'Hutu Power è considerata "democratica".

   TUTTO QUESTO dipende dalla maledizione lanciata negli anni Cinquanta contro i Tutsi dal prete André Perraudin nel tentativo di soffocare ogni rivendicazione independentista del Rwanda: la democrazia etnica, secondo la quale l'etnia più numerosa dovrebbe governare. Così il presidente burundese Pierre Nkurunziza si è fatto ufficilamente designare dal  suo partito per un terzo mandato, provocando la reazione furibonda dell'opposizione che è scesa in piazza per protestare contro l'affronto alla Costituzione. Lo stesso scenario già visto in Burkina Faso con Blaise Compaoré, in Costa d'Avorio con  Laurent  Gbagbo, in Zimbabwa con Mugabe, in Congo con Kabila, E come i suoi non troppo illustri colleghi,  Nkurunziza fa arrestare gli oppositori. L'ultimo della serie si chiama Pierre-Claver Mbonimpa, presidente dell'Aprodeth, la principale organizzazione burundese dei diritti del'uomo.

   SE C'E' UN MODO NON VIOLENTO per sbarazzarsi di Nkurunziza, bisognerebbe trovarlo al più presto, altrimenti il buon Pierre  rischia di fiinire come il suo predecessere Melchior Ndadaye, il primo presidente Hutu del Burundi, un altro adepto dell'Hutu Power che nel 1993 l'opposizione ha spedito all'altro mondo provocando una guerra civile che ha fatto da 100.000 a 200.000 morti.

   Dragor

 


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