“Le Burundi! Je pars, viens avec moi si t’as envie” La nostra amica Anael ha trascorso quattro mesi in Burundi, una terra magnifica. Ci racconta questa storia, attraverso le immagini, i suoni e le emozioni che le sono rimaste dentro.
Terra rossa.
E verde, il verde più verde che abbiate mai visto nella vostra vita.
Il vento caldo che ti schiaffeggia il viso e le persone che ti circondano nere luccicanti sotto un sole splendente.
Africa, nel cuore dell’Africa: in Burundi. La terra della tenerezza.
Una piccola terra abbracciata dal Congo, dal Rwanda e dalla Tanzania e cullata dalle acque del lago Tanganyika.
Si atterra all’aeroporto della capitale, Bujumbura, e si viaggia per circa tre orette con direzione Makamba a sud del paese a pochi km dalla Tanzania.
Là si trova il “Centre des handicapées de Makamba” che mi accoglierà per circa quattro mesi e che sarà la mia linfa vitale durante il mio soggiorno africano. In questo centro devo svolgere diversi compiti: dal creare un’area gioco per i bambini all’interno della loro sala per le terapie riabilitative, a svolgere una formazione sia igienico-sanitaria sia educativa al personale fisioterapico, ad aiutare a informatizzare le cartelle cliniche dei pazienti e tutti i documenti cartacei presenti al centro, al creare attività ludico-ricreative per i piccoli ospiti del centro. Lacrime e sorrisi ovviamente sono stati protagonisti indiscussi di tutto il periodo africano. Ma che ve lo dico a fare?!
Mille attese, desideri e immagini ti affollano la mente durante il periodo pre partenza e tutte lottano per farsi spazio e vincere sulle altre.
Ma quando arrivi, trovi la calma e tutte le lotte interne che hai si placano. C’è una tregua e trovi tempo e spazio per te. Per te e per gli altri. Non esistono la fretta, lo stress e soprattutto la depressione questa brutta bestia che ci fa sempre essere insoddisfatti e doloranti per ciò che abbiamo e per quello che non abbiamo, ma vorremo avere.
Trovi sorrisi, sorrisi ammalianti, gioiosi, incantevoli cheilluminano. Mai visti così tanti sorrisi tutti insieme. E poi diciamocelo con la pelle nera sapete come risaltano i denti bianchi?? Mammmmmmmmmmmmmma mia
Conosci il tempo, ma il tempo quello burundese, lento, fatto di attese, di risate, di chiacchiere kirundesi con le persone che incontri per strada, fatto di brindisi al gusto di isongo (la birra di banane, la bevanda che la prima volta che assaggi fai un’espressione schifata, ma di cui poi diventi dipendente).
“Noi occidentali abbiamo inventato la scansione del tempo, ma poi il tempo appartiene agli africani”.
Così mi dicono i barundi (ovvero i burundesi). Ed è realmente così.
Conosci le stelle. Altre stelle, quelle dell’altro emisfero che non avevi mai incontrato e le guardi per ore non stancandoti mai. Non c’è nessuna luce nella notte. Una notte che cala improvvisamente alle sei di pomeriggio e che le prime volte ti spaventa per la brutalità con cui arriva.
Conosci il buio e il silenzio con i quali piano piano fai amicizia ed entri in confidenza, quelle di cui un po’ tutti da piccoli avevamo paura.
Conosci altri modi di vivere, di vivere con poco, con meno di niente.
E conosci, provandolo sulla tua pelle, la sensazione che si può avere essendo “il diverso”. Bianchiccia, sciupata, ma non troppo (diciamolo, sono abbastanza in carne, eh) occhiali grandi, pantaloni larghi e curiosa di conoscere. Curiosa forse quanto lo erano loro di me. Curiosi di capire com’è morbida la mia pelle (in realtà è molto più morbida la loro), di sapere cosa si mangia in Italia, cosa fanno alla nostra televisione (guardate meglio lasciar stare l’argomento…), come sono le strade, i frigoriferi, le sedie, le finestre…
Conosci l’amicizia che si crea velocemente, ma diventa subito forte, stretta carica di fiducia e di affetto. Io non so se le persone s’incontrano o si ritrovano perché magari si sono già conosciute in un’altra vita, ma so che io ho ritrovato in questo mio viaggio delle persone e fra queste c’è Irene. Bella, di una bellezza quasi aggressiva, ma teneramente dolce che emana fascino e voglia di fare.
Insieme stiamo pensando di tornare in quella terra che ci ha lasciato tanto e che ancora adesso, a distanza di tempo e spazio, continua a donarci tenerezza. E vogliamo convincere anche la zia Jenny a tornare con noi.
Vorremo tornare per fare qualcosa con i nostri bagenzi (gli amici) che ci aspettano là e che hanno voglia di entrare nel piccolo mondo imprenditoriale burundese.
Chissà magari qualcuno di voi ha voglia e piacere di conoscere più nel dettaglio qualche notizia sui nostri progetti. O magari ha voglia di farsi un viaggio diverso dal solito, in un posto caldo e lontano. Se così fosse potete contattarci a questi indirizzi:
Anael: [email protected]
Irene: [email protected]
- C’est beau mon pays
- “ci sono sguardi che mettono le radici nel cuore”
- “ci sono sguardi che mettono le radici nel cuore”
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“On est ensemble”
Anael Kanyenyeri