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Buzzi di Racalmuzzi rammemora ‘na lontana affezjoncella

Da Bruno Corino @CorinoBruno
Addobbi freschi appena colti, appesi al dorso alcollo, al clamor delle cronache, al fato che non si smuove e a tutto questouniverso-mondo che gira attorno come se non potesse trovar la sua singolartenzone, la parola colta detta al momento in cui la persona è cotta, è prontaad essere indirizzata verso la padella, così andava pasticciando un giorno ilBuzzi mentre mesticava nella mente con versi sciolti dai colori mesti e accesi dalpasseggio de la Rosetta accartocciata e vecchia intra a lo scialletto, unalontana affezjoncella, tentando d'acchiappar in un 'taliano medio, un poco ustionato,qualcosa che s’addicesse al suo core ‘nfranto, quanno in anni passati correvaappresso a sta’ gonnella, ch'abbittava in un elegante quartierino in suopossesso, diciannove stanze più li magazzeni, un laboratorio tessile e ‘naboutique, cinque donne lavoranti a suo servizio, sessanta tomolate de terreno,‘na villa al mare e nu casale, era proprio bell’e sistemata la povera Rosetta,e ogniqualvolta la mirava sul lato opposto alla di lui magione mentre s’affacciavaallaventanagli veniva di sospirarlo core a veder tutta quella bella grana, anche se la Rosetta aveva ‘na facciada scimmietta, il Racalmuzzi sapea che col tempo si sarebbe affezionato,figuriamoci, ci s’affeziona pure a ‘na bestiola vuoi che uno nun s’affeziona a ‘nagugliona?, poscia, il mestico Buzzi, affollando insieme tutti li pensieri, siricordò di quanno si facette avanti, ma la scimmietta lesta lesta se scansò ecadde nel braciere de lo Sciupone, sfracellatosi intra a ‘nu burrone pe’ debitidi gioco, troppo amante del tressette, un vero damerino con quei suoi baffettialla clarkglabe, vanesio elegante più di marlonbrando parlata parigina sapeafar girar la testa alle gonnelle, spirito soave, si dicev’egli, e in quel leggercome l’aïr c’era scritto tutto il suo destino, sapea mescer le carte e incartarla testa alla povera Rosetta, chillo te piglia solo per interesse, nun tiene ‘acapa a posto, se lo appellano Sciupone ci sarà pure ‘na ragione, le diceva ilRacalmuzzi, ma era il core de Rosetta che non conosceva ragione, si vive anchede’ fantasia, e non le importava njente se lo Sciupone l’amava o non l’amava,come talvolta leggeva in quei fotoromanzetti per semplici donnette, non solo ilRacalmuzzi la mise su l’avviso, ma tutto lo quartiere ritagliava intorno a loSciupone aneddoti e canzonj, ma lei tenette il punto, e nel giro di pochi annitutte le substantie sfumarono in tante cambialette da firmare, firma oggi,firma domani, e poi un bel jurno tu scuopri che non c’è rimasto chiù njente dafirmare, eh!, cari miei, la vita è ‘na tajola pronta a far zac non appena losorcetto c’infila lo stoppino, adesso la Rosetta potea far la vita de lasignora, servita e riverita come moglie del dotto professor Racalmuzzi, einvece se trascina vedova e meschina, affidata alla pietà cristiana, con quelbellu quartierino finito in mano a ‘nu fetente che se lo sta godendoallegramente, cussì dovea gîr la sua pianeta, che crudelmente s’incamjna senza veder‘n faccia se sei serva o sei rigina.

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