By by aNobii

Ora, non vorrei fare la guastafeste.
Ma oggi ho aperto il mio scaffale su aNobii [*] e mi son trovata un annuncio: aNobii comunica felice di esser stata acquistata dal gruppo Arnoldo Mondadori. Un gruppo, dice il comunicato, attivo in tanti campi (eehggiàlosò), che farà crescere aNobii bla bla, bla bla.
Da parte sua, Mondadori (nella persona di Ernesto Mauri, amministratore delegato) spiega che possedere “una piattaforma per ascoltare i lettori è fondamentale per la crescita del digitale nei libri e per la costruzione della casa editrice del futuro“.
Ora, io non so se Mondadori abbia acquistato tutto tutto aNobii (piattaforma giapponese di respiro mondiale), ma di sicuro ha acquisito i trecentomila utenti italiani.
Che, non appena sarò riuscita a esportare tutto e a farmi le ultime annotazioni su ciò che mi interessa, saranno un milione e passa meno uno.
Io me ne vado.
Probabile, anzi, sicuro che al signor Mauri non interessa.
Ma io starò meglio. Che si costruiscano la loro casa editrice senza i miei poveri commenti.

[*] per chi ancora non lo conoscesse, aNobii è un social network orientato alla catalogazione dei vostri libri; potete inserire libri che avete letto, commentarli, leggere commenti di altri e così via; personalmente, su aNobii ho trovato una straordinaria persona (qui) che mi ha fatto scoprire almeno sei, sette libri di estrema piacevolezza e soddisfazione e densità, e del quale ho letto con moltissimo piacere alcuni illuminanti o commoventi commenti a letture fatte. Spesso, aprendo aNobii, trovo notizia di libri di cui non avrei mai scoperto l’esistenza, e che diventano miei, letti, digeriti, assaporati. In più, su aNobii, ormai da anni, inserisco via via le mie letture, ne tengo memoria, le ricordo, e la condivisione mi spinge spesso a cercare di spiegare perché un libro mi è piaciuto tanto, o tanto poco.