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By by Europa: guarda alla Corea del Sud il nucleare arabo

Creato il 05 marzo 2015 da Valtercirillo

By by Europa: guarda alla Corea del Sud il nucleare arabo

Arabia Saudita e Korea del sud hanno firmato ieri a Riyadh un memorandum di intesa per la realizzazione di due reattori nucleari di nuovo tipo.
Si tratta di un reattore di piccola taglia, denominato SMART (Sistem-integrated Modular Advanced Reactor) e progettato dal Korea Atomic Energy Research Institute (KAERI), ad acqua in pressione (la tipologia più utilizzata al mondo), ma con generatori di vapore integrati e avanzati dispositivi di sicurezza passiva.

La potenza è di 330 MW termici, utilizzabili per generare elettricità e/o altri usi termici: la configurazione standard prevede 90 MW elettrici e la dissalazione di 40.000 m 3 di acqua marina al giorno.
Progettato per una vita utile di 60 anni, SMART è stato approvato dalle autorità nucleari coreane nel 2012. Secondo quanto afferma KAERI , che sta ora realizzando un prototipo dimostrativo da mettere in esercizio entro il 2017, si tratta del primo reattore di tipo integrato ad aver avuto la licenza di esercizio al mondo. L'integrazione consiste in una particolare geometria del reattore, che integra più componenti all'interno del contenitore primario, cosa che rende il sistema più semplice, più compatto e più sicuro, grazie anche a sistemi di sicurezza "passivi", che cioè - in caso di necessità - si attivano automaticamente, senza dipendere da un intervento "attivo" dell'uomo.

Il memorandum firmato ieri prevede studi preliminari di tre anni per valutare in dettaglio la fattibilità dei due reattori in Arabia (il costo della prima unità è stimato in 1 miliardo di dollari) e ipotizza una attività congiunta tra imprese arabe e coreane per la promozione e la commercializzazione dello SMART in Paesi terzi.

Nucleare arabo: campo di prova per i piccoli reattori

L'importanza di questo accordo è duplice. Innanzi tutto perché rafforza la presenza dell'industria coreana nello sviluppo del nucleare arabo: il che - letto diversamente - può vuol dire tagliare fuori dalla spartizione della torta le industrie europee.
I coreani si sono imposti con forza e in modo inaspettato (per gli europei) alla fine del 2009, quando la società elettrica KEPCO si aggiudicò l'appalto per la costruzione di quattro mega centrali (5.600 MW totali) negli Emirati Arabi Uniti, stracciando le offerte di tutte le imprese occidentali, e in particolare dei francesi, che più degli altri ci contavano.
KEPCO ha inoltre dimostrato di saper rispettare gli impegni: tre delle nuove centrali sono già in costruzione, i lavori della quarta inizieranno tra pochi mesi e la prima comincerà a immettere elettricità nella rete elettrica nel luglio 2017, cinque anni esatti dall'inizio dei lavori.

Ora, con il memorandum di ieri, si profila netta l'ombra di Seul anche sul programma nucleare dell'Arabia Saudita, che è già stato approvato e che prevede la realizzazione di ben 16 reattori tra il 2020 e il 2030. Vista l'articolazione del programma (i primi 2 reattori entro il 2022, poi gli altri al ritmo di 2 l'anno) sembrerebbe dunque che il primo e più importante passo nel mercato saudita sia stato compiuto dall'industria coreana, visto che l'entrata in servizio delle centrali oggetto del memorandum, dopo i tre anni di studi preliminari, potrebbe cadere giusto giusto tra il 2021 e il 2022.

Il secondo aspetto da sottolineare è che l'accordo prefigura la prima vendita al mondo di una nuova filiera di reattori nucleari piccoli, modulari e a sicurezza passiva. Cioè il primo passo per l'apertura di quel nuovo mercato nucleare che un po' tutti (dagli Usa alla Cina) considerano decisivo per il rilancio del settore.

Sono infatti moltissime le imprese impegnate nello sviluppo di nuove centrali nucleari di piccola taglia ( vedi qui un esauriente panorama industriale a livello mondiale), le quali offrono indubbiamente numerosi vantaggi, sia economici, sia di sicurezza, sia anche tecnologici, particolarmente apprezzati nei Paesi in via di sviluppo.

[Valter Cirillo]

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