Il ministro Claudio Scajola si è dimesso e davanti alle telecamere ha detto:
«Io sto vivendo da dieci giorni una situazione di grande sofferenza (sigh sigh… – nda).
Sono al centro di una campagna mediatica senza precedenti su un’inchiesta giudiziaria nella quale non sono indagato e mi ritrovo la notte e la mattina a inseguire le rassegne stampa sulle televisioni per capire di cosa si parla (ve lo vedete col retino ad acchiappar farfalle? – nda).
Ho imparato nella mia vita che la politica dà sofferenze (sapessi quante ne dà ritrovarsi disoccupati! – nda), ma ho anche imparato che le sofferenze sono compensate dalle soddisfazioni. So che tutti i cittadini nella loro vita hanno grandi sofferenze e non voglio pensare, e che nessuno pensi, che solo io sto soffrendo (datemi un kleenex!!! – nda).
Certo è che mi trovo quotidianamente esposto a ricostruzioni giornalistiche di cui non conosco il contenuto, e che sono contraddittorie tra di loro con ricostruzioni contraddittorie (ehm…. va beh… il capo popolo insegna! – nda).
In questa situazione che non auguro a nessuno io mi devo difendere.
Per difendermi non posso continuare a fare il ministro come ho fatto in questi due anni. Credo che su questo anche voi siate buoni testimoni. Ho fatto il ministro in questi due anni senza mai risparmiarmi. Ho dedicato tutte le mie energie, tutto il mio tempo commettendo sbagli ma sicuramente pensando di fare il bene (mi perdoni sior ministro, ma se dice di aver dedicato tempo e energie per commettere sbagli, pensando di far bene, le sue dimissioni arrivano con un paio di anni di ritardo! – nda).
Ho avuto in questi giorni attestati di stima dal presidente del consiglio Berlusconi (siamo a cavallo! – nda) al quale sono legato da un affetto profondo da lui ricambiato (oh sì, ancora, ancora! – nda). Ho avuto attestati di stima da tutti i colleghi di governo, dall’intera maggioranza (forse non è proprio così – nda), da tutto il popolo della libertà (questa panzana la dice facendo l’espressione della foto qui sopra – nda), ma voglio riconoscere un atteggiamento responsabile ed istituzionale (??? – dubbi di aut.) della stessa opposizione. Questa campagna mediatica che non dà respiro, che non dà tregua, deve darmi la possibilità di poter capire, e una cosa l’ho capita: un ministro non può sospettare di abitare in una casa pagata in parte da altri. Se dovessi acclarare che la mia abitazione nella quale vivo a Roma fosse stata pagata da altri senza saperne io il motivo, il tornaconto e l’interesse, i miei legali eserciteranno le azioni necessarie per l’annullamento del contratto di compravendita (pare che le ex proprietarie abbiano dichiarato di aver ricevuto parte del pagamento in nero con assegni… In questo modo anche loro avranno qualche granuccia. E quindi, più acclarato di così!!! nda). Non potrei come ministro della repubblica abitare in una abitazione in parte pagata da altri. Questo è la motivazione principale, la motivazione più forte che mi spinge a dimettermi da ministro della repubblica, convinto di essere estraneo a questa vicenda, sicuro che sarà dimostrato, ma altrettanto certo che poiché considero la politica un’arte nobile con la P maiuscola, per esercitarla bisogna avere le carte in regola e non avere sospetti. Per questo io sono convinto che le mie dimissioni potranno permettere al governo andare avanti, di andare avanti e portare innanzi il lavoro importantissimo che anch’io avevo contribuito a svolgere per far crescere l’Italia». A proposito di quest’ultima affermazione vedi l’esercizio di memoria qui sotto…
A questo punto Scajola si alza e se ne va negando le domande dei giornalisti presenti. Tra questi si sente una giornalista chiedere: “Mi scusi, cortesemente… e la conferenza stampa???”, e un altro: “Non è normale che un ministro se ne vada senza rispondere a delle domande”.
Eppure si dovrebbe ormai sapere che da noi, con questi ministri, un atteggiamento del genere è normalissimo.
Esercizio di memoria.
2001 – In occasione del G8 di Genova Scajola diede l’ordine di sparare ai manifestanti che avessero osato sfondare la cosiddetta “zona rossa”, ma poi ritrattò.
2002 – A proposito di Marco Biagi, assassinato, il ministro Scajola che gli aveva tolto la scorta disse: «Non fatemi parlare. Figura centrale Biagi? Fatevi dire da Maroni se era una figura centrale: era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza.»
Ciascuno tragga le sue conclusioni.
Media
5 maggio 2010 – Scajola lascia ma non chiarisce (L’Unità): clicca qui
6 maggio 2010 – Le mie figlie ingenue con quegli assegni (Corriere della Sera): clicca qui.