Le donne padane cicalavano ed intanto cucinavano padano doc “Polenta e osei”.
Poi è salito sul palco il “celoduro” che senza fiato ha gridato “Padania”.
Fin qui il folclore di una festa paesana, con molti invitati e tanto chiasso, ma festa di paese appunto.
Il celoduro che doveva rivelare chissà quale strabiliante soluzione per cambiare questo paese, come novità ha proposto lo spostamento di quatto ministeri a Monza. Lo si sapeva già ma insomma, sul pratone sacro di Pontida, era una novità
Ha risposto bene Matteo Renzi a questo proposito e la sua risposta è stata più convincente di quella di Alemanno o della povera Polverini. Siamo disposti a spostare i ministeri quando quello di Maroni andrà a Caltagirone e quello di La Russa a Lampedusa.
Ovviamente il discorso delle tasse è stato accennato, quello tira sempre, ma i caporioni sanno benissimo che di questi tempi abbassare le tasse è impossibile. E’ un po’ di polvere davanti agli occhi dei legaioli seduti sul pratone.
Quindi, per tirare le somme, tutto un gran parlare e tutto un gran trambusto attorno alla Lega, per ascoltare la solita aria fritta.
Sono tanti anni che la Lega è al governo e l’unica cosa che ha prodotto sono state le ronde, ed i respingimenti, gesto di grande umanità introdotto da Maroni in prima persona al tempo di Gheddafi. Facile risultato, a Gheddafi erano stati promessi mari e monti e lui, che scrupoli umanitari non ne ha, ha facilmente eseguito.
Il “celomoscio” di Roma ci dice anche che sulla legge elettorale si può trattare, ma sappiamo perché. Se si andasse a votare ora, vincerebbe la sinistra.
Di conseguenza, per tirare a campare e galleggiare, il celomoscio romano cerca di intortare tutti con una possibile riforma elettorale.
Tra celoduro a Pontida di Roma ladrona e celomoscio a Roma del miliardario, c’avete proprio “stracciato i maroni”.