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C’è un giudice alla Consulta!

Creato il 15 novembre 2010 da Lorenzo_gigliotto

Come molti di voi sapranno, la Corte Costituzionale ha appena dichiarato illegittime le leggi regionali di Campania, Basilicata e Puglia che di fatto sbarravano la porta al nucleare nei rispettivi territori; qualunque fosse la natura e la finalità ultima, la porta era chiusa. Quindi niente centrali atomiche, impianti di produzione o trattamento del combustibile, né depositi di scorie di alcun genere. Un niet completo, a 360°. Legittimo benché irragionevole, avrei detto. Anzi, credo di aver detto proprio così a suo tempo, in effetti. Ora la Consulta stabilisce che tali prese di posizione non sono neppure legittime. Fermo restando che le motivazioni ufficiali devono ancora essere depositate, sembra che i togati abbiano ravvisato la violazione dell’art. 117 della Costituzione, laddove si parla di competenze statali. Le regioni non possono, cioè, legiferare in materia di tutela ambientale (scorie e combustibile), né di sicurezza (centrali); perché compete allo Stato. Avrebbero dovuto, in sostanza, attaccare le leggi che contestavano. E non farne di proprie, di rango regionale, pretendendo così di chiudere la partita. Ma qui ravviso un pericolo: cioè che possano decidere di farlo ora, causando naturalmente un ulteriore stallo che il Paese non può certo permettersi (come si legge su ‘il Mattino’ di ieri). Perdere ancora sei mesi, un anno, in attesa di un nuovo pronunziamento della Consulta potrebbe essere effettivamente nefasto per tutti: si rischia un immobilismo generale nel campo della politica energetica. Non possiamo. Inoltre la Corte deve ancora pronunciarsi su un altro ricorso: quello intentato da 10 regioni avverso il decreto delegato del 2009 che di fatto reintroduce il nucleare in Italia. Motivo del contendere: la parte in cui si demanda (cito testualmente) agli operatori energetici la scelta dei siti, all’interno di macro-aree definite dall’Agenzia nucleare, che nel frattempo è stata istituita con le nomine necessarie. La Consulta potrebbe inoltre dover presto esprimersi sulle firme raccolte e depositate dall’Idv per il referendum. I conteggi sembrano ormai ultimati e pare che i numeri per chiamare gli italiani alle urne ci siano tutti. Su questo mi sono già espresso: ben venga il referendum! Non temo possa vincere il NO e anzi mi auguro che voti più gente possibile; perché ho fiducia nel buon senso degli italiani. Diremo Sì, ne sono certo. Con la medesima ragionevolezza con cui nel 1987 dicemmo NO. È sensato, è necessario, è privo di rischi e porta moltissimi innegabili benefici. Sui siti è sacrosanto che si discuta, e lo si farà: ora che l’Agenzia ha finalmente una forma concreta ed è una realtà, si avvieranno studi e confronti. Il resto lo farà la volontà delle imprese di rimettere in carreggiata l’economia, e la volontà della gente di partecipare e fruire della ripartenza che ci sarà anche in campo occupazionale. Chi ancora non lavora (i piccoli) o non lavora più (i più grandi) potrà godersi i frutti di questa scelta strategica: un avvenire pieno di energia e opportunità, ricco di modernità e risorse, posti di lavoro, ricerca & sviluppo e niente più fughe di cervelli, da un lato; la garanzia di un’anzianità priva di rinunce e soprattutto un ambiente molto più pulito e più libero dall’inquinamento. Leggevo di recente un quesito interessante; purtroppo non ricordo dove. Diceva: preferite avere scorie solide che si possono smaltire o isolare e mettere al sicuro dove nessuno può entrarvi in contatto, oppure preferite scorie diffusamente rilasciate nell’aria che tutti respiriamo? Io non ho dubbi. Ad una condizione però, chi mi legge lo sa: mi va benissimo il nucleare, ma che serva anche e soprattutto a sviluppare e perfezionare le rinnovabili (come faranno in Germania). Affinché possano un giorno prendere il testimone. Ma oggi, nel presente, serve un’idea che ci porti a quel futuro. Altrimenti non sarà futuro, ma solo una proroga dell’attuale presente causata dai NO ad oltranza. Nel frattempo però i problemi si saranno accumulati.



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