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C’è un problema nel Pd cremonese

Creato il 24 febbraio 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Il candidato ipercattolico spiazza gli elettori, il Pd spiazza la Chiesa cattolica, ma le primarie di Crema hanno portato al voto duemila persone come quelle di Cremona, città di dimensioni doppie. E dire che Stefania Bonaldi è a sua volta parte del mondo cattolico, tuttavia è del Pd. I cremonesi non sono stati molto sensibili a queste primarie. Lo spiega la stessa straordinaria esultanza di Gianluca Galimberti, candidati di evidente intelligenza e valore, ma non del Pd e nemmeno capace di calarsi dall’esterno nella storia del partito da leader cittadino, come seppe fare Paolo Bodini.
Galimberti è stato costruito da Partecipolis, cioè da Pd e Chiesa, poi il Pd ha evitato di presentare un proprio candidato.
Le primarie servono a far proprio un candidato, chiedendo il consenso dell’elettorato. Matteo Piloni, segretario provinciale, sostiene che dalle primarie di crema a quelle di Cremona sono cambiati tre governi.
Tre governi, appunto, e tre momenti di disagio per gli elettori. Ma a Cremona ancora si ricordano le imprese di Tadioli e di Pizzetti e altri: Renzi non ha cancellato la memoria di nessuno.
L’amministrazione Perri è stata la peggiore dal dopoguerra, rappresenta solo la libidine autodistruttiva di una città asservita ai noti poteri. Galimberti risponde a un disastro simile con un’identità chiara e sicura? No. Ha il pregio dell’intelligenza e della serietà. Farà propri i problemi sociali che strangolano Cremona, città di troppe povertà e solitudini?

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