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C’era una volta a New York: 5 curiosità sul film con Marion Cotillard

Creato il 16 gennaio 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

16 gennaio 2014 • Le 5 Curiosità, Vetrina Cinema

C’era una volta a New York è il nuovo film di James Gray, il regista americano di origine russa, che continua a esplorare i temi dell’immigrazione, dell’integrazione e delle classi sociali. Non per niente il titolo originale del film è The Immigrant. È il suo primo film in costume ed è ambientato nel 1921. Ewa lascia la Polonia e raggiunge New York insieme alla sorella: quest’ultima è malata e viene messa in quarantena. Ewa, rimasta sola, diventa la preda di Bruno, che la spinge a prostituirsi. Nel ruolo di Ewa c’è la splendida Marion Cotillard, mentre in quello di Bruno c’è l’attore feticcio di Gray, Joaquin Phoenix (al quarto film con il regista). C’era una volta a New York è nelle nostre sale dal 16 gennaio 2014.

1. L’idea di C’era una volta a New York è venuta a James Gray da alcune vecchie foto di famiglia scattate dal nonno, che sbarcò a Ellis Island nel 1923. Ma alcune delle storie provengono dai racconti del bisnonno del regista, che in quel periodo gestiva un ristorante nel Lower East Side. Si chiamava Hurwitz’s, ed era frequentato dai figuri più loschi che possiate immaginare. Documentandosi su questo mondo, Gray ha scoperto l’esistenza di un certo Max Hochstim, il magnaccia locale. È da lui che è scaturito il personaggio di Bruno.

2. C’era una volta a New York è stato girato anche nella storica sede di Ellis Island, dove la troupe ha lavorato per due notti (di giorno la struttura è aperta al pubblico e ospita il Museo dell’Immigrazione), mentre il resto delle riprese sono state fatte nei teatri di posa Kaufman Astoria Studios del Queens. Gray ha sempre nutrito una vera e propria ossessione per Ellis Island. La prima volta che è stato sull’isola era il 1988 e la struttura non era ancora stata restaurata. Era come se il tempo si fosse fermato: c’erano addirittura moduli per l’immigrazione compilati a metà sul pavimento. Ellis Island non era mai stata usata per rappresentare al cinema la vecchia struttura: per Il ribelle dell’Anatolia di Kazan e per Il Padrino – Parte II di Coppola Ellis Ellis Island è stata ricostruita altrove (per Il Padrino è stata usata l’ex pescheria di Trieste).

C'era una volta a New York

C’era una volta a New York – Locandina

3. L’atmosfera del film doveva essere austera e mitica. Così James Gray ha chiesto al direttore della fotografia, Darius Khondji (Amour, Seven, Io ballo da sola) di studiare i quadri di George Bellows, famoso per le sue raffigurazioni realistiche della New York di inizio Novecento, e quelli di Everett Shinn, che amava ritrarre gli equivoci teatri di varietà di Manhattan in quell’epoca. Un’altra fonte di ispirazione sono stati il film di Robert Bresson Il diario di un curato di campagna e alcune polaroid degli anni Sessanta dell’architetto italiano Carlo Mollino. Il tutto ha contribuito ha dare al film un’aura quasi religiosa, l’atmosfera irreale che si addice a una favola nera.

4. Ma C’era una volta a New York è nato anche…a tavola! James Gray ha infatti conosciuto Marion Cotillard durante una cena a un ristorante francese di pesce, dove il regista e Guillame Canet, marito della Cotillard, stavano discutendo della sceneggiatura di Blood Ties, film diretto da Canet e scritto da lui insieme a Gray. Il regista non conosceva la Cotillard né aveva mai visto un suo film. Nel mezzo di una discussione su un attore, la bella Marion ha tirato un pezzo di pane in testa a Gray, in segno di (scherzoso) disappunto. Risultato: Gray l’ha amata immediatamente. È andato a vedersi tutti i suoi film. E ha deciso di scrivere questo per lei.

5. Ewa, il personaggio di Marion Cotillard, è un’immigrata polacca. L’attrice francese, ha iniziato a studiare il polacco, arrivando anche a modificare la sua voce, visto che il polacco ha un timbro differente. Il regista ha anche pensato di chiedere all’attrice che interpreta la zia che cosa pensasse del polacco parlato dalla Cotillard. La risposta è stata: “eccellente, ma ha un vago accento tedesco”. Quando Gray glielo ha fatto notare, la risposta della Cotillard è stata: “Sapendo che il mio personaggio viene dalla Slesia, che è situata tra la Germania e la Polonia, lo sto facendo di proposito…”

Di Maurizio Ermisino per Oggialcinema.net

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