C'era una volta un re...

C'era una volta un Re che, come tutti i  Re, regnava ma non governava.
Sua Maestà  viveva infelice  in uno splendido e austero castello circondato da un fossato dove prosperavano oche e  paperelle. Sua Maestà, tipo strano che sarà  ricordato per aver fatto incidere nello stemma di famiglia  l'acronimo L.N.S.C.S.D.,   non contento della superiorità numerica - gli bastava venire a vedere per vincere - ogni giorno da castello faceva uscire, lui o qualcuno dei suoi ministri,  uno scritto, subito raccolto dal foglio di annunci reali che qui il popolino chiamava "La Gazza".
Un bel giorno, finita l'erba da tagliare, le tasse da innalzare  i pompieri da visitare,  in attesa della neve da spalare, gli annunci reali cominciarono a scarseggiare.
Un guaio. Di fatto, al tempo nei media le informazioni, soprattutto nei confronti del Re e dei suoi ministri, avevano una corrispondenza con la realtà molto problematica e la vita pubblica ne ricavava l'aspetto di una specie di mondo dei sogni dove la religione, la filosofia, l'arte e la politica facevano in  qualche modo parte di un ordine unitario sorretto dalla benevolenza del Re a sua volta supportata dalla saggezza divina.
Fu così che, in mancanza di annunci dal castello, la notizia, prontamente uscita dal palazzo vescovile, venne rilanciata da  "La Gazza"; questo il titolo: "Al vescovo l'onorificenza di commendatore". Insomma,  S.E. il Vescovo in persona ha spiegato che l'onorificenza gli è stata attribuita per i suoi vent'anni come cappellano degli azzurri alle Olimpiadi.
Preoccupante, in coda, la dichiarazione del Re che si è detto "affascinato", si, ha detto proprio "affascinato" e sapete da cosa? "dalla realtà delle onorificenze cavalleresche" di cui è presidente nazionale l'onorevole Carlo Giovanardi.
 Tant'è!
 Dura la vita, nèh...
(cp)http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane