Tanto tempo fa, una fata buona entrò nei sogni di un bambino, e gli dette l’idea di costruire un sito in internet che parlasse del paese che egli tanto amava, il Brasile. Il bambino buono si sveglia con questa idea nella testa.
Si guarda intorno e cerca qualcuno che lo possa aiutare praticamente a costruire questo sito. Poiché la fata buona sapeva che il bambino non aveva le capacità tecniche per realizzare il suo sogno, entro anche nei sogni di un altro bambino, che aveva il dono di saper mettere in pratica il sogno del primo bambino.
I due, che già si conoscevano, si mettono all’opera e costruiscono un sito (blog) che vuole dare qualche informazione su quel grande paese che è il Brasile, in particolare sulla sua toccante musica, ma spaziando anche su notizie più di colore ed a volte di cronaca.
La cosa prende piede e per dare voce alle persone che condividono la stessa passione vengono creati una lista di discussione ed un forum, che affiancano il sito principale.
Occorre dire che sia la lista di discussione che il forum hanno avuto un discreto successo, ma poi sono entrati in campo i denigratori, i distruttori, coloro che si lamentano che tutto e sbagliato, ma non propongono nulla. Solo distruggono. Così la lista di discussione ha praticamente cessato di esistere, perché uno pseudo taxista di Salvador ed un anonimo che si mascherava (malamente) dietro un nome femminile hanno disposto che i “capiscioni” non meritano di vivere nelle rete, ma devono morire nell’oblio.
Il forum, nato con le migliori intenzioni ha goduto anch’esso di una notevole vivacità, ma poi come il Capibarire dle poema di João Cabral de Melo Neto, si è seccato lungo il percorso, ed ora persa la sua funzione di alveo si è trasformato in una pietraia che non conduce a nulla.
Ma nel frattempo, il bambino buono ha voluto dare una nuova impronta al vecchio sito, e con un tocco magico della solita fata buona lo trasforma da un piccolo blog in un grande portale, degno di questo nome. Con una profusione di contenuti, che spaziano su tutte le materie, forse troppe materie, perdente quell’alone poetico e diventando un completo, ma freddo, giornale. Anche il titolo, dal poetico Musibrasil si è trasformato in un asettico e professione “Osservatorio Brasile”.
Sempre, fin dai primi pioneristici tempi, ho osservato che gli utenti/lettori del sito, pur essendo abbastanza numerosi, non partecipavano molto con i commenti, che sono il pane vitale per i siti internet.
Per questo dedicavo un poco del mio tempo a commentare, sia quando era solo un blog, e più assiduamente quando divenne un vero giornale on-line. Avevo già notato che alcuni miei commenti non apparivano, oppure apparivano dopo alcuni giorni. Ma pensavo si trattasse di semplice distrazione di chi doveva valutarli.
Fino a pochi giorni orsono, quando un mio duplice commento, già pubblicato sul portale è scomparso praticamente in diretta. Un altro commento inserito lo stesso giorno, senza essere stato pubblicato, veniva cancellato.
Una mia rimostranza otteneva una pronta risposta, in cui spiccava: “…É gravissimo che nei commenti tu faccia riferimenti personali all'autore dell'articolo, o addirittura offenda. Danneggia non tanto noi, quanto i lettori della testata….”.
Partiamo dai riferimenti personali, che non comprendo, ma forse si riferisce al fatto che contesto le notizie in quanto palesemente errate, incorrette, o senza riscontri. Se uno scrive che il cantiere navale sarà installato in 200 metri quadri e io gli rispondo in tono scherzoso che una nave non può entrare in un appartamento, per quanto grande sia, non credo che sia offendere. Se una giornalista, riportata pari-pari dalla testata mi parla di guerra alle cascate delle tre frontiere, con intervento di portaerei (che il Brasile non ha), e di dispiegamenti di forze all’oscuro del paese vicino, quando è notorio che le operazioni militari brasiliane vengono pubblicizzate mesi prima. Io rispondo che sta dicendo cose inesatte, non credo di essere maleducato. Poi da una successiva verifica scopro che il paese vicino partecipava a quelle manovre (segrete) con un gruppo di suo ufficiali.
In realtà le notizie riportate dalla testata, almeno in parte, sono mal copiate, e non verificate. Io, blogger privato, potrei anche commettere questi errori, ma una rivista che si chiama “Osservatorio” deve osservare, analizzare, criticare, valutare e poi, eventualmente, comunicare.
Comunque, dopo la cancellazione di tre commenti nello stesso giorno sono stato invitato a non commentare più gli articoli. Poco male. Non ho più commentato gli articoli sul portale.
La testata in questione presentava i suoi articoli sulla nota “Rete Sociale” Facebook, alla quale sono registrato anche io. Li mi sono permesso di confutare alcune tesi (dogmi) della rivista, che sicuramente non sono piaciuti, e da alcuni giorni non vedo più articoli di cronaca sulla “Rete Sociale”.
Cosa porta questo. Porta che l’intolleranza alle libere idee ha impregnato anche una rivista che dovrebbe essere aperta a tutti i discorsi, a tutti gli scambi di idee e opinioni, ed in particolar modo, alla critica, quando costruttiva.
Perché quando contestavo o commentavo le notizie, sempre fornivo la mia versione, che potrebbe anche essere errata. In una società democratica si discute sui diversi punti di vista, per comprendere dove si è sbagliato e chi ha sbagliato.
In una società autarchica, questo non avviene. L’UNO ha la parola, i TUTTI devono accettarla passivamente, riconoscerla come il verbo, il dogma indiscutibile.
E ciò non è buono, Probabilmente la fata non era una fata buona, ma era Lady Tremaine, la matrigna cattiva, travestita da fata