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C'erano una volta due ragazzi...

Da Vale
C'erano una volta due  ragazzi di vent'anni. Lei aveva lunghi capelli neri, lui uno sguardo arrabbiato e insofferente. Nonostante la giovane età avevano già una bambina di tre anni, piccola piccola col ciuccio sempre in bocca.
Un giorno dagli appartamenti vicini, da caseggiati diversi, si sentono urla e rumore forte di passi, porte che sbattono. Quanto è brutto il suono della rabbia, penso. Mi fa paura anche. E così, di fronte al continue domande di mio figlio rispetto al frastuono, rispondiamo che stanno giocando.
Dopo mezz'ora di apprensione, di televisione accesa per non allarmare nostro figlio, interveniamo.
La ragazza apre. I capelli leggermente scompigliati, come se avesse appena finito di correre e rotolarsi sull'erba. Ha il viso teso.
"Tutto a posto?"
"Certo!"
"Si sentivano urla..."
"Stavamo giocando..."
"Ah. Va bene..."
Stavano giocando.
Passano alcuni mesi.
Di nuovo gli stessi rumori. Le urla. Le corse interrotte dal divano, dalle sedie e dai giochi di casa.
Le porte sbattono. Un suono diverso squarcia la tiepida notte.
E' caduto dal loro balcone un vaso di fiori.
Chiamiamo i Carabinieri. La gente dalle altre finestre alza lentamente le tapparelle. Non accende la luce per non farsi vedere. Qualcuno più coraggioso si affaccia.
"No niente. Ci è scivolato...."
Passano altri mesi.
La ragazza ha un grosso pancione, aspetta un'altra femmina. E' dispiaciuta, me lo dice. Mi dice, facciamo cambio, tu prendi la mia bambina e io il tuo, dice sorridendo mestamente. Perché anche io aspettavo il mio secondo bambino, maschio.
Una sera le solite urla.
Ma le porte si aprono più spesso. Passi. Corse.
La portano via i genitori.
Finalmente, la portano via.
Lui in un eccesso d'ira aveva preso la forchetta e gliel'aveva conficcata nella mano.
Dopo tre giorni torna.
Poi, pochi mesi dopo cambiano casa.
E io sono felice.
Si leggeva negli occhi di lei l'adorazione, l'innamoramento. Come negli occhi di lui la rabbia e la disperazione.
Sbagliava lei? Sì, certo.
Ma io mi chiedevo quale fosse la sua storia passata. Che tipo di amore l'aveva plasmata?
Di fronte a genitori che ci dicevano, ma no... sono giovani. Perché se si è giovani è lecito picchiarsi?
Li rivedo a volte.
Hanno avuto l'agognato maschio. Ha la stessa età del nostro terzo bimbo.
Vedo dietro di lui la pressione culturale, la dinamica familiare. Chissà, magari lui riuscirà a levarsi di dosso un'idea malata di amore. Magari sarà portatore di serenità, alla fine.
Se però devo giudicare e dire chi sbaglia io di dubbi non ne ho. Sbaglia lui.
La violenza sta sempre dalla parte sbagliata, che essa sia verbale o fisica.
Poi, dopo, ma molto dopo, possiamo forse anche discutere del perché lei subisca.
Ma mi chiedo anche e lo chiedo a voi, quante volte durante il giorno dovremmo reagire ad atteggiamenti maschilisti e quante volte non lo facciamo. Perché la reazione costa fatica, tanta fatica.
E pensate a quella donna accusata di non aver reagito davanti ad un ex-premier della Repubblica Italiana, davanti a giornalisti e televisione, davanti al proprio datore di lavoro.
E noi siamo qui a parlare e a tratti indignarci, pensando che a lei abbia fatto piacere essere soggetto passivo delle battute da bar sport.
Forse anche i giornalisti e gli anonimi opinion maker dovrebbero chiedersi qualcosa.
Buon San Valentino, nonostante tutto.


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