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Caccia al blog

Creato il 03 dicembre 2013 da Unarosaverde

Ultimi 20 minuti di una lezione di spagnolo che trascorre lenta. Mi perdo tra le pagine del libro nelle parole delle poesie. Cincischio con il cellulare e controllo posta e forum. Scappo nei miei pensieri e aspetto le 22.00. Questo non è periodo di studio per le lingue straniere: la pagina è stata voltata, manca la motivazione.

D’un tratto spunta un nuovo argomento. “Sapete cosa è un blog?”. E come, no?! Apro gli occhi e mi scrollo il torpore di dosso. Lo so e ne ho uno pure e ci parlo di me ed è sotto pseudonimo e pochi sanno chi sono. Mi guardo attorno, alla ricerca di compagni di entusiasmo. Vedo visi passivi: non interessa, non ha senso, non piace scrivere. Tutta gente che ha un profilo facebook, comunque. L’unica scintilla di vita la leggo negli occhi dell’informatico che mi chiede se non c’è proprio modo di collegare il mio nome al mio blog. “Ne dubito” rispondo. “Prova a prendermi” penso vedendolo sorridere con aria di sfida.

“Che cosa si può scrivere su un blog? A chi vuoi che interessi se mi sveglio la mattina, bevo il caffè e poi gioco a pallavolo?”, dice un’altra. Di un’ora della tua vita, se sei bravo bravo bravo bravo bravo a scrivere, puoi fare una storia che tiene inchiodato chi legge per dieci minuti, può venirne fuori un capolavoro solo raccontando che ti succede da quando ti infili il calzini a quando scendi per strada, se dai retta al mondo con gli occhi di chi il mondo lo filtra attraverso uno sguardo che lo cattura scrivendolo e traducendolo in parola e restituendolo al mondo più vero di prima.

Ma devi essere bravo bravo bravo bravo bravo. E studiare tanto per diventarlo.

Oppure potresti essere utile ad altri: tra ricette di cucina, consigli di lettura, idee di viaggio, interpretazioni del mondo, tutorial informatici se mi serve qualcosa io prima passo dai blog. E poi può conoscere persone che condividono i tuoi stessi interessi o ne hanno altri che però risuonano con i tuoi e, per i pochi che ho conosciuto fuori dal blog, si è sempre trattato di belle aggiunte alla mia visione del mondo e occasioni per pensarci su.

E poi, e poi, e poi….ma nessuno ascolta, tranne l’insegnante che invece mi pare curioso. Ecco, lui lo potrebbe aprire un blog.

E poi la campanella suona, come a scuola. E allora  dico “ciao, ci vediamo” ed esco, nel freddo della notte, nel caldo dei pensieri, nella speranza di diventare brava brava ma proprio brava a scriverci su.


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