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Caccia al ladro

Creato il 20 ottobre 2013 da Misterjamesford
Caccia al ladroRegia: Alfred HitchcockOrigine: USA, UKAnno: 1955Durata: 106'
La trama (con parole mie): siamo negli anni appena successivi al termine della Seconda Guerra Mondiale, e John Robin, ex ladro di gioielli divenuto eroe della Resistenza in Francia e dunque rimesso in libertà, si trova a dover lottare per dimostrare la sua innocenza quando un misterioso rapinatore che imita il suo vecchio stile comincia ad eseguire un colpo perfetto dopo l'altro nelle più ricche località della Costa Azzurra.
Tallonato dai poliziotti che lo credono colpevole e dai suoi vecchi compagni turbati dall'idea di dover tornare in cella a seguito dell'apparente ripresa dell'attività di Robie, John dovrà guardarsi le spalle e grazie all'aiuto di una giovane ereditiera e di sua madre smascherare il vero colpevole mettendo al sicuro la sua libertà ed il suo cuore.
Caccia al ladro
Quando al Saloon approda il Maestro Hitchcock si finisce sempre per pulire il bancone di legno grezzo come se si trattasse di una grande occasione: il regista inglese, uno dei nomi più importanti della Storia della settima arte, infatti, è sinonimo di qualità sopraffina nonchè di visione meritevole sempre e comunque.
E' così anche per quello che, di fatto, ho sempre considerato uno dei suoi divertissements più rilassati e lontani dalle vette di La donna che visse due volte o Psyco, Caccia al ladro: saggio di eleganza stilistica, pulizia di esecuzione, ritmo e tecnica - la fotografia è da leccarsi i baffi, le riprese aeree della Costa Azzurra da capogiro -, questa commedia romantica mascherata da spy story è uno dei più fulgidi esempi di quanto girare divertisse il Maestro, decisamente lontano dalla tensione che altri suoi esimi colleghi inevitabilmente trasmettevano ad attori e tecnici dal primo all'ultimo momento delle riprese - Stanley Kubrick docet -.
Un elegantissimo Cary Grant nei panni dell'ex ladro di gioielli divenuto partigiano John Robie conduce il pubblico dalla prima all'ultima scena spalleggiato da una Grace Kelly mai così bella, lasciando spazio al regista per la sua consueta apparizione, ad una trama degna dei classici del genere e ad una serie di passaggi in cui la raffinatezza della messa in scena si fonde perfettamente con la leggerezza della storia e del suo svolgimento: se c'è, dunque, da trovare un limite - anche al voto complessivo - a questo lavoro del vecchio Hitch è giusto questo, la voglia di divertirsi e divertire che supera l'indagine interiore e la profondità, rendendo Caccia al ladro una sorta di fratellino minore di Intrigo internazionale, pietra miliare venuta "dallo stesso campo da gioco" - come direbbe il Vincent Vega di Tarantino - ma evolutasi ad un livello tecnico ancora superiore.
Molto interessante la scelta dell'ambientazione, esotica per gli USA ai tempi ma in qualche modo un ritorno a casa per il regista, che al Vecchio Continente, non dimentichiamolo, deve i suoi natali e le sue origini: per il resto, il pubblico femminile ebbe - ed ha ancora - la soddisfazione di farsi coinvolgere dalla parte sentimentale delle gesta di John Robie - un charachter che ai giorni nostri vedrei benissimo interpretato dal Cary Grant del Nuovo Millennio, George Clooney, o in una versione più sbarazzina da Robert Downey Jr - mentre quello maschile potette assistere ad una sorta di Ocean's eleven dei tempi provando ad ipotizzare chi si nascondeva dietro l'identità del nuovo Gatto - questo il vecchio "nome d'arte" di Robie -.
E guardando ad entrambe le soluzioni il buon Alfred non concede neppure una sbavatura, tenendo sulla corda la componente in rosa grazie ai confronti tra la giovane ex partigiana e l'ereditiera interpretata dalla già citata Grace Kelly e quella in azzurro con uno scioglimento della trama che riesce a sorprendere perfino quando la risposta a tutti i sospetti pare essere certa, assicurata e definitiva.
Come se non bastasse la chiusura ed il "furto del cuore" subito dal leggendario ex ladro ha il sapore di una vittoria del romanticismo tipico del film d'avventura dei tempi così come del garbato sberleffo all'idea di un uomo d'azione costretto suo malgrado a dover cedere il passo ad un unione sentimentale che con il suo "per sempre" finirà per significare una pensione da qualsiasi impresa che possa portare a brividi come quelli appena vissuti.
Un piccolo scherzo very british che rende la visione ancora più piacevole, e a distanza di ormai sessant'anni regala soddisfazioni ad un'audience che non solo ha cambiato i suoi orizzonti, ma che a breve non penserà neppure più che un tempo potessero essere realizzate chicche "minori" come questa.
MrFord
"Why must I be the thief?
Why must I be the thief?
Oh Lord please won’t you tell me,
why must I be the thief."Radiohead - "The thief" -

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