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E proprio perché ogni conquista su questo fronte avvicina il traguardo finale, l’ex ministro del Turismo ricorda di aver promosso una proposta di legge per abolire quella parte dell’art.842 del codice civile, che ancor oggi permette ai cacciatori di praticare attività venatoria nei fondi privati, per raddoppiare le distanze alle quali devono attenersi per sparare in prossimità di strade o abitazioni. Infatti, ripete, “la caccia è pericolosa per tutti i cittadini, la cui incolumità viene messa fortemente a rischio da tale barbaro costume, come purtroppo dimostra anche l’ultimo rapporto diffuso dall’associazione vittime della caccia: 11 morti e 75 feriti nella stagione di caccia 2011-12″.
Ma certamente la pratica venatoria é fortemente censurabile anche e soprattutto perché minaccia la biodiversità: “L’amore per gli animali – sottolinea l’ex ministro – è un sentimento condiviso dalla stragrande maggioranza degli italiani, indipendentemente dall’età, del ceto sociale, dal credo politico e dalla fede religiosa. E’ un sentire comune di cui dobbiamo tutti essere orgogliosi. In nome di questo amore, che è anche obbedienza ad un principio universale, rifiutiamo fermamente la barbara ed anacronistica pratica della caccia e chiediamo che questa nostra istanza, senza alcun dubbio maggioritaria nel Paese, non sia più ignorata”. Chi va a caccia, infatti, “uccide per puro divertimento” e “danneggia gravemente l’ambiente che è patrimonio di tutti”. Secondo l’on. Brambilla, “è ora di cambiare” e chi si oppone alla caccia oggi ha finalmente “la forza” per farlo, in nome di “un progresso culturale in corso già da qualche anno verso la creazione di una nuova coscienza di amore e rispetto per gli animali e i loro diritti”