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Cacerolazo all’italiana

Creato il 17 ottobre 2011 da Frankezze

Cacerolazo all’italiana

La reazione è iniziata. Due giorni di condanne levate all’unanimità dalla classe dirigente ipocrita e da mass media patetici e servili. Due giorni di notizie fuorvianti ed incomplete, analisi affrettate, e la volontà di isolare quelli che per loro sono “pochi” violenti. Li chiamano Black Bloc, nazifascisti, sbirri infiltrati. Però battono la pista anarchica, e arrestano ragazzi che scoprono incensurati e non militanti. Una tremenda ma voluta confusione-barra-contrapposizione. Proprio come la manifestazione stessa.

Cosa era, in fondo, questa manifestazione? Uno spettacolare evento mediatico globale, con slogan e simboli comuni, e regia unica, neanche tanto occulta: il dominio del sito 15october.net, coordinatore delle manifestazioni in tutto il mondo, è registrato a nome di Paulina Arcos, moglie di un funzionario dell’Onu, presso un edificio delle Nazioni Unite, 866 United Nations Plaza, New York City. Molto strano, vero?

L’obiettivo della protesta, ovunque nel mondo, era la crisi finanziaria, ovvero  i suoi responsabili, al fine di richiamare l’attenzione per chiedere un cambiamento del sistema economico attuale. Già nei giorni scorsi, in alcune città italiane e in molte altre nel mondo, specie negli Stati Uniti, i simboli di questo sistema erano stati presi di mira. Tutto ciò ha avuto seguito nei tumulti di sabato, anche se poi i danneggiamenti sono degenerati in devastazioni a cazzo di cane, ma questo era prevedibile.

In Italia, poiché esiste un problema nel problema, la manifestazione aveva come altra finalità la protesta contro il governo e la classe politica in generale. Quindi, cosa ci facevano in piazza i partiti di opposizione? Erano lì per accattivarsi consensi al fine di prendere il posto del governo in carica e continuare a perpetrare lo status quo (o forse peggio), ma da attori protagonisti di un film la cui regia e sceneggiatura spetta ad altri, ben più potenti di loro. Vedi, appunto, i manovratori dell’evento di indignazione mondiale.
Non a caso, infatti, due illustri rappresentanti dell’establishment economico, Montezemolo e soprattutto Mario Draghi, avevano esternato solidarietà ai manifestanti in rivolta contro di loro. Un vero e proprio paradosso, certo non casuale, che ha contribuito ad aumentare la confusione e la dispersione del fine della protesta.

Volevano un corteo pacifico e festante, continue sono state le allusioni a passeggini e palloncini colorati, nastrini arancioni, famiglie in festa e tanti sorrisi. E invece hanno “scoperto” che molti, sottolineo molti, di noi sono stati indignati per molto tempo, io personalmente credo dal 1988, dalla prima elementare. Ora siamo incazzati. C’è una bella differenza tra i due stati d’animo. Ci stanno scavando la fossa, e pretendono carezze? La patetica esaltazione del perbenismo borghese, poi, altro non fa che irrobustire l’incazzatura.

D’altra parte, io credo che oggi manifestazioni di questo tipo, come strumento di protesta, non siano granché utili: se pacifiche, vengono celebrate e, subito dopo, sistematicamente ignorate; se violente, vengono criminalizzate per fini strumentali. Di conseguenza, nel migliore dei casi si ottiene niente, nel peggiore si può permettere ad un politico di dire “Si deve tornare alla Legge Reale. Anzi bisogna fare la ‘legge Reale 2′, alias Di Pietro, contro atti criminali come quelli di Roma. Si devono prevedere arresti e fermi obbligatori e riti direttissimi con pene esemplari. Non è tempo di rimpalli ma di un’assunzione di responsabilità da parte di tutte le forze politiche  per creare una legislazione speciale e specifica che introduca specifiche figure di reato, aggravamento dei reati e delle pene oggi previste, allargamento del fermo e dell’arresto, riti direttissimi che permettano in pochi giorni di arrivare a sentenza di primo grado”
Cose che neanche Kossiga.


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