Cade il velo

Da Distesa
D'improvviso, con un anno di ritardo, il Partito Democratico capisce cosa sta accadendo in Europa. Complimenti. Ora, chiedono a Mario Monti di fare un passo indietro e di non candidarsi (salvo a parole difenderne l'agenda politica).
Cade il velo del "governo tecnico". Il governo più politico degli ultimi anni, in realtà: quello che è riuscito là dove anche Berlusconi era fallito. Sterzare a destra il timone della politica economica italiana.
Cade il velo su di un partito diviso in due, fra liberisti e socialisti. Gente che ovunque nel mondo starebbe in due partiti differenti...
Cade il velo sulle manovre "salva Italia": in realtà finora hanno salvato solo gli interessi di un blocco sociale ed economico, il 10% che in Italia possiede il 50% della ricchezza, e le azioni delle banche piene fino al collo di debito pubblico italiano.
Ciò che andava fatto un anno fa, oggi non non si può più fare: mettere l'Europa di fronte alle responsabilità di Silvio Berlusconi, andare a elezioni immediate, trattare condizioni di rientro dal debito consci di essere "troppo grandi per fallire" e rifiutare l'austerità "alla greca" che in una fase di economia depressa è esattamente la politica opposta a quella necessaria. Questa doveva essere la linea un anno fa.
Il PD, no. Ha preferito salvare i ricchi. Salvare Berlusconi, ancora una volta. Creare un nuovo "mostro", il tecnocrate Mario Monti, elevare nuovamente l'Europa non a orizzonte destinale e a comunità di riferimento ma a deus-ex-macchina che decide per noi cosa è giusto e cosa è sbagliato. Si chiami TAV, rientro dal debito, privatizzazione dei servizi pubblici: si fa perché lo vuole l'Europa, non perché sia giusto o sbagliato.
Tristezza.
Tristezza vedere Vendola inseguire i pazzi scriteriati di una sinistra salottiera che insegue Monti. Tristezza osservare lo spaesamento di chi ha capito che comunque vadano le elezioni ci sono forze gigantesche e fortissime che premono per un proseguimento della macelleria sociale degli ultimi anni. E così ci si affretta a rassicurare i mercati... Non gli operai in cassa integrazione, non i giovani precari, non gli insegnati sottopagati o i Comuni che non riescono a chiudere i bilanci.
Qualcuno lo dovrebbe dire in modo chiaro: l'Italia sta peggio di un anno fa. La disoccupazione è aumentata, il reddito è calato. E i conti non sono migliorati. Col rischio di dar ragione al Berluska, lo spread è un indicatore assurdo per misurare i progressi economici di una nazione. La realtà è che non raggiungeremo il pareggio di bilancio e che il rapporto debito pubblico/PIL è ulteriormente peggiorato.
Per chi ancora non ci credesse, basta leggere un bel libro: "La cura letale" di Mario Seminerio. Rizzoli. Ma non c'è da preoccuparsi, il 2013 sarà peggio.

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