Caffè corretto con qualche consiglio

Ecco, le bariste ogni tanto leggono.

Sì, abbiamo anche noi questo brutto vizio. Quando è il nostro giorno libero giriamo per librerie (generalmente piccole, indipendenti, dove i commessi sono simpatici e sanno anche usare il computer per cercare seriamente piccoli editori sconosciuti nei supermercati tipo Feltrinelli o Mondadori. In questo caso, era l’Altroquando, a Roma. Prima o poi ve ne parlo) e ci portiamo a casa romanzi, libri di editori misconosciuti o piccoli vademecum di consigli adatti a quelli che aspirano a scrivere ed essere pubblicati.

Tipo i nostri avventori affezionati.

Ecco a questo giro mi sono portata a casa Consigli tascabili per aspiranti scrittori, di quel tale Giulio Mozzi (non lo conoscete? Se non lo conoscete, conoscetelo, perché fa delle cose fighe. E consiglia bene. D’altronde, egli ne sa).

Ora, siccome era troppo lungo da citare e qui ci sono sempre i caffè da preparare, ho pensato di fotografare una pagina di consigli che potrebbe essere interessante, soprattutto se avete un blog e pensate che autopubblicarsi, con internet e la visibilità che ti danno i social network e blablabla sia una roba semplice:

Oh, scusate i riflessi ma il tarlo era uscito un attimo dal barattolo e ha cominciato ad aprire le finestre. Rosicchiando il legno dei cardini, come al solito.

Allora, non dice niente di nuovo, no? E insomma, lo sappiamo tutti, che quello che fa la differenza è quello che scrivi, e la gente ti segue se scrivi roba interessante, ma ti abbandona se scrivi cose di cui non interessa niente a nessuno.

Che poi sembra sempre scontato, ma no. Perché uno magari pensa di scrivere cose interessanti, a furia di farle leggere alla mamma, alla nonna, alla zia, agli amici, e poi invece arriva uno che non si sa chi sia, ma è capitato sul tuo blog per caso. Perché magari cercava un caffè. Dico per dire.

E scopre che tu il caffè non lo sai fare pure se ti chiami, che so, Starbooks Caffè. E allora se non torna più ha ragione.

Perché la gente che ti riempie il bar la trovi se il tuo caffè è buono. Se fai una ciofeca imbevibile, la gente al tuo bar non ci torna più. Puoi solo sperare che ci passi qualcuno per caso, ma a un certo punto l’umanità si esaurisce. E se si è passata la voce,sono fatti tuoi. Tu non vendi più un solo caffè.

Lo stesso vale per i blog. Uno può capitarci per caso, perché cerca blog di gente che scrive e tu hai messo un post in cui ti vanti di avere scritto qualcosa.

Ma se entra e trova un post insulso, magari farcito di errori grammaticali, ma pure sintatticamente corretto, solo che è banale, che più banale non si può, stai sicuro che sul tuo blog il lettore occasionale non ci torna.

E insomma, se sei uno che si è pure autopubblicato ed è convinto che la gente si comprerà il suo libro, stai fresco. Puoi scommettere che le uniche copie che venderai saranno quelle ai tuoi genitori, ai parenti stretti e agli amici. Ma nemmeno tutti, perché se io sono tua amica e scrivi una ciofeca stai tranquillo che non la compro neppure io.

Quindi, ricapitolando, ricordatevi sempre di scrivere roba interessante. Pure sul blog. Pure su facebook, se tenete la pagina pubblica. Su quella privata fate quello che vi pare. Guardate che c’è tanta di quella gente in giro che si autopubblica o ha trovato un editore e aspira a essere letta che come minimo dovete essere strabravi, per convincere chi non sa chi siete, ma vuole leggere qualcosa di buono a comprarvi.

Vado a preparare i caffè.

Buona settimana.

About Giuliana Dea

Sono un'ex sceneggiatrice ed ex aspirante pubblicatrice. Ora mi limito a scrivere per me, a tempo indeterminato (l'unica cosa indeterminata nella mia vita, perché per il mio lavoro vero ci ho rinunciato da un pezzo). Ho un romanzo mai pubblicato nel cassetto. Se mi cercate, potete provare all'Ufficio Reclami (il mio blog).