Caffè, il rito della bevanda universitaria maledetta.

Creato il 18 maggio 2011 da Luciusday
Uno degli effetti negativi dell'università, del quale sicuramente avrò parlato seppur in via implicita nei post precedenti, è stato quello di aumentare il mio consumo personale giornaliero di caffè. Mi spiego: sono un tipo che non ha mai bevuto caffè in vita fino all'ultimo anno di liceo, quando cioè sono iniziati i tempi duri: da allora a quando mi sono iscritto all'università per me il consumo è aumentato esponenzialmente, assieme alle ore che purtroppo devo passare sui libri, fonte di stress e di... caffeina. Oramai prendo generalmente almeno un caffè al giorno quando sono a casa, mentre al massimo arrivo a tre o quattro quando mi trovo all'università a seguire le lezioni o a studiare in biblioteca: non c'è nulla di male, certo, ma il mio quinto senso e mezzo dylaniato afferma che le cose stavano meglio prima.

Non fatevi ingannare dal suo sorrisino innocuo! (:

Non solo lui: si afferma infatti che un consumo regolare di caffeina fa sviluppare una tolleranza che si traduce in un affievolimento dell'effetto della caffeina e contemporaneamente in una accresciuta sensibilità verso l'adenosina: "il risultato di ciò è una diminuzione della pressione sanguigna e ad un aumento della quantità di sangue nella testa che porta ad emicrania. Altri sintomi sono nausea, ansia, irritabilità. In casi di abuso si possono avere sintomi quali depressione, incapacità di concentrarsi, demotivazione". Molti studenti insomma ricorrono al caffè quale "bevanda dell'energia" con il nobile scopo di sconfiggere la stanchezza, migliorare l'umore e aumentare la concentrazione, ma non sanno che un consumo eccessivo di esso porta a conseguenze di segno opposto, oltre a far aumentare la pressione e la nostra tolleranza alla caffeina con conseguente diminuzione dei suoi effetti. In pratica, siamo costretti a berne sempre di più per poter beneficiare dei suoi "vantaggi".
Oltre a questo rilievo di natura scientifica, ne può essere mosso al caffé un'altro secondario di natura prettamente sociale, dovuto alle conseguenze indirette che la bevanda si trova a generare: quello che intendo dire è che la pausa caffè (la quale spesso per alcuni degenera in caffé/sigaretta) normalmente dovrebbe spezzare la continuità dello studio al fine di alleggerirlo, di rinfrescare la nostra mente e di riordinare le idee; solo che spesso una pausa di un quarto d'ora può degenerare in un cazzeggio di mezz'ora, quando addirittura la pausa intera non viene iniziata "in mala fede" con l'obiettivo precipuo di staccare la spina dallo studio, il quale si trova ad essere fine e non mezzo per uno studio nuovamente più intensivo. Penso che questo video del gruppo di Youtubers Nirkiop sintetizzi il concetto dell'abuso della "pausa".

Come potete vedere dal video,  spesso e volentieri è anche il caro social network Facebook a offrirci su un piatto d'argento l'occasione di perdere mattinate o pomeriggi interi (o entrambi) per chattare o fare altre cose di dubbia utilità per il nostro futuro, tant'è che tempo fa giunsi a una soluzione abbastanza radicale.
Tornando però a noi, il mio consiglio è: non abusate del caffé e delle pause, essi infatti potrebbero rivelarsi assai controproducenti; no, non voglio essere la vostra mammina che vi prega di studiare, sono solo uno studente che con un po' di (in)esperienza spera che altri non seguano il suo (mal)esempio.
P. S. C'è addirittura chi è assuefatto a tal punto dal caffé, che cerca di trarne giovamento anche tramite un banner Pay-Pal inserito nel proprio blog. Ogni commento è superfluo...

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