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In casa Inter, parlare di bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto è esagerato. Siamo molto al di sotto di simili proporzioni. Volendo essere buoni, azzardiamo un quinto di bicchiere mezzo pieno: la volontà e l’impegno, che non mancano nonostante la stagione si stia per chiudere in maniera fallimentare. Gli altri quattro quinti, però, sono maledettamente vuoti. Insomma, quel po’ di acqua contenuta nel recipiente non sarebbe sufficiente a far trangugiare nessuna amara pillola. E invece l’impressione è che occorrerà una cura da elefante per riprendersi.
Ma andiamo con ordine. Premetto che mi sono accomodato sul divano all’ottavo minuto. In pratica mi sono perso il botta e risposta iniziale. Primo quinto vuoto: Ranocchia, un giocatore arrivato come promessa che non ne imbrocca più una. Questione di testa, fiducia nei propri mezzi ad un livello al momento bassissimo. Ma Astori non è il Pippo Inzaghi dei tempi d’oro. Eppure, è riuscito a prendere posizione, rubargli il tempo e beffarlo. Fortuna che Milito la porta la vede sempre, anche quando è girato da un’altra parte, e ha subito rimesso la partita in carreggiata.
Secondo quinto vuoto. Il tridente d’attacco ha un impatto quasi nullo sulla partita. Esclusi i due cross nelle azioni concluse in rete, Zarate e soprattutto Forlan si sono visti pochissimo. Difficile (e neanche auspicabile) la loro riconferma.
Terzo quinto vuoto. La spinta sulla fascia sinistra. Nagatomo non sarà un fenomeno ma ci mette tanta corsa. Chivu a tratti è imbarazzante: non si propone quasi mai e anche nella fase difensiva si concede amnesie paurose.
Quarto quinto vuoto. La circolazione e il possesso palla. Stankovic fa per come può il Thiago Motta, in alcuni frangenti anche abbastanza egregiamente. Ma è tutta la manovra ad essere eccessivamente lenta. Inoltre, alcuni errori di palleggio sono irritanti a questi livelli: non si può sbagliare sistematicamente un appoggio a due metri.
Da rivedere Guarin, così come Poli, che dovrebbero essere la nostra assicurazione sul futuro. Non male, ma neanche convincenti. Un grazie all’arbitro, per l’applicazione fiscalissima del regolamento. Io non avrei ammonito per la seconda volta Pinilla, per eccesso di esultanza. La superiorità numerica ha certamente favorito l’immediato pareggio con Cambiasso e alla fine si poteva anche vincere (occasionissima per Zarate). Ma sarebbe stato un risultato ingiusto. Né mi si venga a dire che Pinilla andava espulso in precedenza, per la reazione nei confronti di Stankovic. La mia è una battaglia persa, ma l’unica vera norma che andrebbe introdotta è la prova televisiva per le simulazioni, da punire (quelle sì) in maniera esemplare. Possibile che appena uno appoggia una mano sull’avversario quello stramazzi al suolo? Dejan, queste cose sono roba da Chiellini, non da te.
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