«Sono contento, ma non mi esalto e resto con i piedi per terra». Urbano Cairo, presidente del Torino, commenta così gli ottimi risultati dei granata in campionato. Dopo la vittoria contro il Sassuolo, il Torino può sognare anche l’Europa. «Con l’arrivo di Ventura è cominciato un ciclo positivo che ci ha portato prima dalla B alla A, poi l’anno scorso a consolidarci e quest’anno a fare anche qualcosa in più», spiega Cairo ai microfoni di Radio Anch’io Lo Sport. «Dobbiamo continuare con invevistimenti mirati, giocatori giovani con voglia di far bene e stare in un gruppo», aggiunge il n.1 del Torino, che si sofferma anche sulla situazione di Alessio Cerci entrato nel mirino della Juventus. «Cerci rimane al Torino se è contento di rimanere, ha un contratto fino al 2016 e c’è anche l’intenzione di prolungarlo. Ma per noi -evidenzia- è importante che i giocatori siano felici di stare al Torino. Io spero che Cerci rimanga per molti anni ancora, ma se avesse sirene importanti credo sia meglio non tarpargli le ali ma accontentarlo. Ad ogni modo per me rimane al Torino a vita». Cairo sembra invece rassegnato quando parla di D’Ambrosio, vicino all’Inter. «Probabilmente lui vuole fare scelte diverse, anche se non si sa quanto ne sia convinto. Credo che abbia un rapporto sviluppato con l’Inter, ma non so quanto gli stia pesando una scelta fatta in un momento magico per il Torino».
Cairo non guarda con preoccupazione a un possibile derby con la Juventus per Immobile, il cui cartellino è in comproprietà fra i due club: «Il fatto che sia nostro a metà è una buona cosa. Non è un problema e al momento giusto faremo dei ragionamenti con la Juventus per trovare una soluzione. L’importante è che giochi con spirito come sta facendo, è stata trovata per lui una soluzione di gioco perfetta per esaltarne le qualità e sta facendo grandi cose». Analizzando gli ultimi risultati positivi della squadra, Cairo spiega che «Ventura ha trovato l’ambiente e il clima giusto. Il rapporto con me è molto buono, è al terzo anno con noi e credo che non avesse mai allenato tre anni di fila una squadra». «Qui -sottolinea parlando del tecnico- ha trovato la giusta chimica per dare il meglio e da presidente con lui ho imparato tante cose, ad esempio a guardare più la squadra del singolo che era un mio difetto». Cairo non teme che gli exploit della Juve finiscano per far passare in secondo piano la crescita esponenziale del Torino: «Noi guardiamo in casa nostra per cercare di fare anche noi, se non i record, dei buoni risultati. Dobbiamo crescere gradualmente, poi se la Juve va bene meglio per loro. Da parte nostra la voglia di fare investimenti c’è tutta, non più come una volta per giocatori affermati ma molto giovani».