Un cake di albicocche e vaniglia.
Spiaggia, sole, vociare di bimbi. Strida acute di gabbiani. Rumori d’estate. Onde che si frangono, sabbia e sassolini tra le dita. Sale sulla pelle che scotta, sul cesto di paglia colorato, sui sandali di cuoio, sul telo a righe corallo.
Sale sulle ciglia, sui capelli, sulla tela dura della sdraio. Sale. Sole.
Tra i ciuffi di ginestra e ligustro, arsi dal sole, piccoli pruni e nespoli selvatici, intensi profumi di lentischi, fiori di cisto, intrecci di finocchio marino, l’euforbia si aggrappa ai muri a secco, su per la china verso il castello dantesco. L’ombra chiara degli ulivi fa lieve il salire.
La casa è fresca e silenziosa. Laggiù un luccicare di mare, qui il frinire cullante delle cicale, lo stormire delle foglie, il respiro lento e fedele del cane, disteso all’ombra della rosa canina.
Tè freddo, ad appannare il bicchiere. Una fettina di dolce soffice e zuccherino, leggero e morbido.
Cake di albicocche e vaniglia
220 g di zucchero
3 uova
180 g di farina
70 g di fecola
100 g di olio evo di taggiasca (o olio di semi bio, di riso o altro leggero)
uno yogurt, meglio biologico
un baccello di vaniglia
un cucchiaio di zucchero di canna
un pizzico di sale
una bustina di lievito per dolci
6-8 albicocche
burro per ungere (eventuale)
Montate lo zucchero e le uova, a mano o con il robot, fino a che saranno soffici e gonfie.
Unite la polpa del baccello di vaniglia e lo yogurt e continuate a montare. Unite ora la farina, poca per volta e la fecola, mescolata con il lievito. Unite l’olio e il sale, sempre continuando a montare.
Versare il composto in uno stampo da plum cake, imburrato o rifasciato di carta forno.
Disporre sul dolce le albicocche affettate e cospargere con zucchero di canna.
Infornare a 180° per circa 40-45 minuti (verificare con il solito stecchino)
Lasciare intiepidire bene prima di togliere dallo stampo. Splverizzare di zucchero a velo.