Anni addietro, quando spendevi trentamila£ire uscivi dal supermercato con quttro, cinque bustoni stracolmi di ogni ben di Dio! Oggi con trenta€uro porti a casa un sacchettino biodegradabile floscio e moscio! Ma se i salari e le pensioni degli italiani non vengono adeguati al costo della vita e alle retribuzioni del resto d'Europa, se la tassazione aumenta e i denari hanno smesso di crescere sull'albero dei miracoli, non ci vuole mica un genio della finanza per capire che i consumi sono destinati a crollare. Pertanto, va da sè che, dall'entrata del Belpaese nell'eurozona, gli italiani sono molto più poveri e attenti alla "spesa"! Lo stesso non può dirsi per la politica nostrana che continua a spendere e spandere denari pubblici come se in questo decennio di crisi economica non fose accaduto un bel nulla!!! Ma va bene lo stesso, dicono 'loro', perchè siamo alla fine del tunnel e male che vada c'è sempre lo "scudo anti-spread". Peccato però che la Bundesbank non sia tanto d'accordo nel fare da bancomat agli sprechi di casa nostra! Un fatto però è incontrovertibile: le famiglie italiane fanno molta attenzione nello spendere quei pochi denari che faticosamente entrano dalla porta di casa e con estrema facilità prendono il volo dalla finestra e quel che resta da mettere in tavola è davvero ben poco! Tant'è che il ribasso dei consumi delle famiglie previsto dalla Confcommercio per il 2012, pari al 2,8%, rappresenta la caduta più forte almeno dal dopoguerra. Per trovare un calo peggiore bisogna tornare agli "Anni Trenta"!L'ufficio studi di Confcommercio ha rivisto al ribasso le stime sul prodotto interno lordo. Le nuove stime indicano un calo del Pil per il 2012 del 2,2% (dal -1,3% di marzo). Anche il 2013 peggiora: se nei mesi precedenti Confcommercio aveva previsto un pareggio, oggi stima una riduzione dello 0,3%. Nel 2011 vince la classifica del valore aggiunto procapite la provincia di Milano. Il capoluogo lombardo è seguito sul podio da Bolzano e Bologna. Mentre maglia nera per reddito prodotto procapite risulta Crotone, preceduta da Agrigento e Vibo Valentia.
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Anni addietro, quando spendevi trentamila£ire uscivi dal supermercato con quttro, cinque bustoni stracolmi di ogni ben di Dio! Oggi con trenta€uro porti a casa un sacchettino biodegradabile floscio e moscio! Ma se i salari e le pensioni degli italiani non vengono adeguati al costo della vita e alle retribuzioni del resto d'Europa, se la tassazione aumenta e i denari hanno smesso di crescere sull'albero dei miracoli, non ci vuole mica un genio della finanza per capire che i consumi sono destinati a crollare. Pertanto, va da sè che, dall'entrata del Belpaese nell'eurozona, gli italiani sono molto più poveri e attenti alla "spesa"! Lo stesso non può dirsi per la politica nostrana che continua a spendere e spandere denari pubblici come se in questo decennio di crisi economica non fose accaduto un bel nulla!!! Ma va bene lo stesso, dicono 'loro', perchè siamo alla fine del tunnel e male che vada c'è sempre lo "scudo anti-spread". Peccato però che la Bundesbank non sia tanto d'accordo nel fare da bancomat agli sprechi di casa nostra! Un fatto però è incontrovertibile: le famiglie italiane fanno molta attenzione nello spendere quei pochi denari che faticosamente entrano dalla porta di casa e con estrema facilità prendono il volo dalla finestra e quel che resta da mettere in tavola è davvero ben poco! Tant'è che il ribasso dei consumi delle famiglie previsto dalla Confcommercio per il 2012, pari al 2,8%, rappresenta la caduta più forte almeno dal dopoguerra. Per trovare un calo peggiore bisogna tornare agli "Anni Trenta"!L'ufficio studi di Confcommercio ha rivisto al ribasso le stime sul prodotto interno lordo. Le nuove stime indicano un calo del Pil per il 2012 del 2,2% (dal -1,3% di marzo). Anche il 2013 peggiora: se nei mesi precedenti Confcommercio aveva previsto un pareggio, oggi stima una riduzione dello 0,3%. Nel 2011 vince la classifica del valore aggiunto procapite la provincia di Milano. Il capoluogo lombardo è seguito sul podio da Bolzano e Bologna. Mentre maglia nera per reddito prodotto procapite risulta Crotone, preceduta da Agrigento e Vibo Valentia.
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