Cori razzisti, scontri, disordini, curve chiuse. Ecco il quadro italiano relativo alle curve degli stadi italiani.
La curva degli ultras romanisti (asroma.org)
I riflettori mediatici sugli ultras si sono riaccesi nel derby-farsa tra Salernitana Nocerina, nelle curve chiuse del Milan e della Juventus per i cori razzisti rivolti ai “nemici” napoletani, in una legge “sugli stadi” che fatica ad arrivare. Nel settembre 2013 Demos-Coop aveva presentato uno studio sui tifosi italiani. Oggi è stata pubblicata un’analisi più accurata da parte dell’Ufficio centrale per le investigazioni generali e per le operazioni speciali (UCIGOS). Ecco cosa si evince.
Quasi 400 gruppi organizzati, più di 41mila ultras: più contenuti gli episodi di razzismo, ma negli stadi si riaffaccia in maniera prepotente rispetto al passato il problema della “discriminazione territoriale”. Insulti come ad esempio “Vesuvio, lavali con il fuoco” per i quali il giudice sportivo infligge sanzioni che si concretizzano spesso nella chiusura della curva per una gara. A tracciare all’Adnkronos la radiografia del tifo organizzato italiano e del “colore” politico delle curve è Carlo Ambra, vice questore aggiunto Ucigos. Da 14 anni il suo ufficio coordina dal Viminale le “squadre tifoserie”, inserite all’interno delle Digos, che si occupano dell’analisi del fenomeno soprattutto sotto l’aspetto delle infiltrazioni politiche estremiste all’interno dei gruppi ultras. Un team di esperti che indaga anche quando accadono episodi di violenza negli stadi.
Dall’inizio del stagione calcistica 2013-14, su un totale di 63 persone arrestate dalle forze dell’ordine, 43 sono attribuibili all’attività delle “squadre tifoserie“. E di fronte a 550 denunce dal fischio d’inizio dei campionati, 393 sono frutto del lavoro del team coordinato dall’Ucigos. L’organico di queste unità operative comprende 450 persone in tutto il territorio nazionale, da due a sei unità per ogni Digos delle città medio-grandi.
Quanto alla “colorazione politica” delle curve, è l’estrema destra la più diffusa negli stadi. Dall’ultimo censimento effettuato ad agosto scorso, “risultano attivi 388 gruppi ultras, composti da 41.120 supporters – spiega Ambra – Di questi 388 sodalizi, 45 sono di estrema destra, 15 di estrema sinistra e 9 misti, perché al proprio interno comprendono sia elementi di estrema destra sia gruppi di estrema sinistra”.
Uno striscione della Curva Sud di San Siro durante Milan Udinese (blitzquotidiano.it)
Le appartenenze politiche delle tifoserie nei diversi campionati. Dei gruppi di estrema destra, riferisce Ambra, “17 sono in serie A, 18 in serie B, 6 in Lega Pro-prima divisione e 4 in seconda divisione”. I 15 di estrema sinistra sono così distribuiti: “3 in serie A, 4 in serie B, 5 in Lega Pro-Prima divisione e 3 in Lega Pro-seconda divisione”. Mentre nei “misti” la radiografia ne mostra “5 in serie A, 3 in serie B e uno in Lega Pro-Prima divisione”. Tra i gruppi misti, “convivono diverse anime. Si possono trovare simpatizzanti di destra e sinistra nello stesso pullman per le trasferte o nell’organizzazione delle coreografie. A riprova del fatto che la fede calcistica, in alcuni casi, è più forte dell’appartenenza politica”. A Genova ad esempio, “c’è il 5 Rosso, a Torino per i Granata Stendardi o Weiss Schwarz Brigaden per il Cesena.
Quanto alla distribuzione dei gruppi ultras per regione, “la maglia rosa va alla Lombardia, con 56 sodalizi. A seguire la Campania con 50; Liguria e Toscana ne hanno 42, mentre il Piemonte ne conta 32. Ce ne sono 29 inoltre in Sicilia e 24 in Veneto”. Nello scorso campionato, spiega ancora il vice questore aggiunto Ucigos, “si sono sciolti 30 gruppi, a fronte di 22 che si sono creati ex novo”. Tra le cause della scissione, la fa da padrone “in 14 casi, il venir meno degli aderenti. In 7 casi si sono disgregati per conflittualità interna, in 3 casi per protesta al programma della tessera del tifoso. E in altri 3 casi a seguito di attività repressiva. In un solo caso si è registrata una fusione tra club”.
Da considerare anche alcuni dati sulla disponibilità al dialogo di questi gruppi con le forze dell’ordine: se “43 gruppi non accettano dialogo, ve ne sono invece 138 che hanno un’altra predisposizione” e perciò più inclini alla mediazione.
Nella scorsa stagione calcistica, si evince ancora dai dati Ucigos, per violazione della Legge Mancino sono state arrestate 3 persone, 15 le persone denunciate. “Le tifoserie che più si sono messe in evidenza per questi aspetti – sottolinea Ambra – sono quella della Lazio, con 8 episodi, seguiti dalle tifoserie di Juventus (3 casi) e Roma (2 casi)”.
Sono stati “18 gli episodi di cori razzisti. La quasi totalità si è concretizzata con il buuuuu, il verso scimmiesco all’indirizzo dei calciatori di colore. La nostra attività – rimarca l’Ucigos – è mirata alla prevenzione. Per l’80% è quotidianamente rivolta al monitoraggio dei gruppi ultras”. Ben 50 gruppi ultras su 338 “distribuiscono fanzine, sorta di riviste-opuscoli, che si possono trovare anche sul web”.
Ma nella missione delle squadre tifoserie “c’è anche il dialogo con i supporters e operazioni che nascono a seguito di attività investigative”. L’obiettivo è “analizzare attività esterne e interne dei gruppi, e capire le loro motivazioni, anche durante le trasferte. Le squadre tifoserie – conclude Ambra – sono un altro tassello nella costruzione di quella sicurezza partecipata che è l’obiettivo primario delle forze di polizia”.