Ecco come si sono concluse le operazioni dei grandi club stranieri partecipanti alla Champions League, con l’aggiunta di un Manchester United letteralmente scatenato in queste ultime settimane e assolutamente degno di vedersi dedicato un capitolo a parte in chiusura.
Prima di cominciare vi ricordo che potete segnalarmi eventuali incongruenze all’indirizzo email [email protected] e che ampie spiegazioni sulla costruzione delle tabelle e sui calcoli presenti al loro interno sono disponibili a questo link.
Partiamo come di consueto con il tabellone riepilogativo relativo ai costi/ricavi delle operazioni di mercato per quanto riguarda i cartellini, i costi totali e il peso sul bilancio annuale (Bayer Leverkusen e Schalke 04 hanno bilancio su anno solare, le altre su stagione sportiva).
Dal tabellone si nota subito quello che ho segnalato ormai da settimane. Se consideriamo l’impatto sui bilanci annuali, il ricorso allo scambio di giocatori di alto livello per generare plusvalenze ha arricchito quasi tutti i top club europei. Solo quattro squadre hanno peggiorato i loro conti annuali: il Borussia Dortmund che non ha potuto contare su importanti plusvalenze avendo perso Lewandowski a parametro zero, il Paris Saint-Germain e il Manchester City che hanno però dovuto rinunciare causa Fair Play Finanziario ai colpi Di Maria e Falcao e l’Arsenal, che curiosamente chiude il bilancio del mercato estivo con un passivo di appena 18 mila euro. Tutte le altre sono riuscite a utilizzare questa sessione anche per migliorare i propri bilanci, con guadagni record per Real Madrid, Monaco e Chelsea. Nelle colonne relative ai costi dei cartellini e ai costi totali è il Barcellona a vincere il titolo di squadra più “spendacciona”, mentre il Monaco è sempre quella più parsimoniosa.
Analizziamo ora come si sono mosse le varie società suddividendole per nazione di appartenenza.
SPAGNA
Fra qualche tempo il mercato estivo 2014 del Real Madrid verrà forse ricordato come quello degli acquisti di Kroos e James Rodriguez, ma a livello finanziario meriterebbe di essere ricordato più per le cessioni di Di Maria, Morata e Xabi Alonso. L’uscita dell’argentino ha portato nelle casse una plusvalenza “monstre” di più di 70 milioni di euro, soldi ai quali aggiungere i circa 20 milioni a testa ricavati/risparmiati dalle operazioni Morata e Xabi Alonso: un giovane che comunque non viene lasciato scappare del tutto grazie alla clausola di “recumpra” e un giocatore, per quanto bravo, che ormai si avvia a compiere 33 anni. Il Real chiude in sostanziale pareggio anche le entrate e le uscite relative al costo dei cartellini e non accresce a dismisura il monte ingaggi. Economicamente se qualcuno vi dice che il Real quest’anno ha fatto spese fuori controllo non sa bene di cosa sta parlando…
Anche il Barcellona ha chiuso i movimenti di bilancio annuale col segno più, ma a differenza dei rivali storici ha speso davvero molto come costi di cartellini e costi totali. Più di 200 milioni di costi totali (da spalmare nei prossimi bilanci) sembrano un’esagerazione, ma come abbiamo già visto la spiegazione è molto semplice: i blaugrana sono quasi certi di non poter comprare nessuno per tutto il 2015, quindi si sono portati avanti investendo anche buona parte di quello che avrebbero dovuto spendere l’anno prossimo. Il tutto reso più facile dalla plusvalenze Sanchez eFabregas che hanno finanziato le operazioni.
L’Atletico Madrid (con l’aiuto del fondo d’investimento che li affianca sul mercato) ha totalmente rivoluzionato la rosa. Il campo ci dirà se la squadra ci ha perso o ci ha guadagnato a livello tecnico, di sicuro ha sfruttato al meglio a livello economico i soldi incassati dalla Champions e dalle plusvalenze Diego Costa e Filipe Luis. Negli ultimi giorni di mercato alcune fonti di informazione italiane hanno riportato in forma incompleta una notizia secondo la quale i colchoneros avevano speso troppo in questo mercato e fossero sul punto di rischiare sanzioni dalla federazione spagnola. Per chi mi segue sarà sembrato strano visto che, prima dell’acquisto di Cerci, l’Atletico aveva sì speso 100 milioni ma ne aveva anche incassati 96… infatti le cose non stavano proprio così. Semplicemente la federazione spagnola ha fatto sue alcune regole del Fair Play Finanziario, in particolare rendendo più stringente e obbligatoria quella che richiederebbe un costo del personale non superiore al 70% dei ricavi, escluse plusvalenze. L’Atletico Madrid è stato avvisato che il suo monte ingaggi era pericolosamente vicino alla zona rischio e non poteva essere ulteriormente aumentato, mentre a differenza di quanto filtrato in Italia le spese sui costi dei cartellini non sono mai stati oggetto di attenzione. Negli ultimi giorni i campioni di Spagna hanno infatti potuto comprare per 15 milioni Cerci ma hanno contemporaneamente dato via in prestito Insua e Alderweireld, riducendo leggermente il costo del personale. Vedremo se quanto fatto sarà abbastanza per evitare eventuali punizioni da parte della federazione iberica.
In tono minore il mercato dell’Athletic Bilbao. Nonostante i soldi della qualificazione Champions i baschi sono rimasti più o meno quelli dell’anno scorso, anche perché vincolati dalla scelta di voler schierare solo giocatori di origine basca in prima squadra. In uscita non va però dimenticata l’importante cessione, sia a livello tecnico che economico, di Herrera.
INGHILTERRA
La prima “vittima” del Fair Play Finanziario è stato il Manchester City. I campioni d’Inghilterra si sono dovuti contenere rispetto ai mercati scintillanti degli scorsi anni, finanziandosi con l’uscita di Javi Garcia e Rodwell e acquistando un solo giocatore costosissimo: Mangala. L’elevato ingaggio che si dice prenda Sagna potrebbe rivelarsi un problema rispetto alla richiesta dell’Uefa di non alzare il monte stipendi. Va però detto che sarebbe da capire bene se i Citizens si caricheranno davvero dei mesi di stipendio che spetterebbero a Lampard o se saranno totalmente pagati dal New York City, squadra “casualmente” appartenente allo stesso proprietario. Senza questo costo i Citizens dovrebbero riuscire a stare nei parametri richiesti.
Grandi plusvalenze per Liverpool e Arsenal. I Reds con Suarez e i Blues con David Luiz e Lukaku hanno incassato talmente tanto denaro da poter fare diversi acquisti di peso. Più mirati quelli della squadra di Mourinho, più a pioggia per rinforzare tutti i reparti quelli del Liverpool, fra i quali spicca il nostro Balotelli andato a cercar fortuna di nuovo in Inghilterra. Dicono che dopo una settimana si sia già adattato felicemente alla mentalità della squadra e sia un esempio di serietà negli allenamenti. Considerato che è quello che è successo nelle sue prime settimane in tutte le squadre in cui è stato io fossi negli inglesi aspetterei a cantare vittoria….
Caso di scuola quello dell’Arsenal: bilancio in pareggio nonostante 70 milioni di passivo nei cartellini e 170 nei costi totali. Più che una maxiplusvalenza, i Gunners hanno riempito il loro salvadanaio con numerose operazioni di medio cabotaggio fra le quali spiccano le cessioni di Vermaelen e Carlos Vela. A Sanchez e Welbeck il compito di dimostrare che i soldi sono stati spesi bene.
GERMANIA
Nonostante il Borussia Dortmund sia stata la squadra che ha peggiorato maggiormente il bilancio annuale rispetto a tutte le altre considerate, il calciomercato tedesco è stato globalmente meno clamoroso di quelli spagnolo e inglese. Nessuna mossa sopra gli 8 milioni annui in entrata e in uscita per il Dortmund, mentre ilBayern Monaco si è svegliato nell’ultima settimana con gli ingaggi di Benatia e Xabi Alonso. Guardiola ha voluto lo spagnolo nonostante l’elevato ingaggio e un periodo breve (contratto biennale) per ammortizzarne il costo. Vedremo se ha puntato sul numero giusto o è stata una mozza azzardata… Mercato paragonabile a quello di squadre italiane di media classifica quello di Schalke 04 e Bayer Leverkusen. La mossa più interessante è stata di questi ultimi ma in uscita, con Emre Can ceduto per 12,5 milioni al Liverpool.