Per il troppo caldo non solo malori e colpi di calore. “L’afa, infatti, colpisce le cellule cerebrali alterando i livelli di minerali e provocando una leggera ipertensione oltre ad episodi di aritmia. Per non parlare del rischio psicologico, non meno pericoloso. Il caldo e l’estate, infatti, possono causare ansia e depressione, specie negli anziani”. Parola di Paola Vinciguerra, psicologa e presidente Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico), che in piena ondata di calore invita a non sottovalutare i pericoli per la psiche.I motivi di questa risposta patologica a un evento che dovrebbe portare soltanto effetti benefici “sono di varia natura e se questo disagio colpisce gli anziani diviene molto più pericoloso. Il cambiamento dei ritmi di vita, che obbliga ad una permanenza a casa quasi totale, l’assenza dei familiari poiché in ferie, i centri sociali e i negozi di riferimento chiusi, le partenze di alcuni amici più cari – dice la psicologa – pongono l’anziano in una situazione d’isolamento e solitudine. Le pareti domestiche che di solito sono protettive e rassicuranti vengono ben presto percepite come schiaccianti ed oppressive”. Tutto questo provoca stati d’ansia che si manifestano con vari sintomi come tachicardia, vertigini, grave senso di stanchezza, inappetenza, situazioni spesso scambiate per problemi fisici. Sintomi che “innescano uno stato d’ansia e di paura che le persone tendono a tenere nascosto e che le porta a chiudersi in casa – prosegue – cercando di evitare qualsiasi attività che possa scatenare in loro i sintomi, senza rendersi conto che così facendo aumentano il senso di oppressione che inevitabilmente li fa sprofondare in uno stato d’ansia”. Ecco dunque i consigli dell’esperta per chi rimane in città, anziani e non:1) Alzatevi la mattina, preparatevi e vestitevi, avendo comunque cura di voi stessi; non ditevi “tanto rimarrò in casa”;2) Uscite la mattina presto: la passeggiata, il giornale ed il caffè, sono piaceri ed abitudini alle quali non dovete rinunciare, anche se i luoghi dove svolgete queste operazioni sono chiusi o vuoti;3) Non poltrite passivamente davanti alla televisione, scegliete voi i programmi che desiderate vedere;4) Rimanete in contatto con le poche persone che non sono partite e se tra di loro c’è qualcuno che può muoversi in auto coinvolgetelo per radunarvi organizzando una qualsiasi cosa piacevole da fare in compagnia nelle ore più fresche;5) Informatevi: sicuramente nel vostro quartiere sono in corso iniziative proprio per voi, luoghi dove si può fare movimento in compagnia o spettacoli serali. Non abbiate paura, non ditevi “non conosco nessuno”, di solito vengono organizzate numerose manifestazioni tese proprio a conoscere altre persone che hanno i vostri stessi bisogni. Può essere l’opportunità per farvi nuovi amici. “Tutto ciò potrà rendere la vostra estate un momento nuovo e divertente, durante il quale mantenervi attivi. Bisogna combattere la falsa idea che, chiudendoci riusciamo a difenderci. Questo comportamento – assicura la Vinciguerra – ci porta solo ad abbatterci, a farci sentire soli ed infermi. Essere attivi, anche rispettando le condizioni climatiche – conclude – ci farà sentire più vivi”.
da: Adnkronos Salute e : http://www.iltempo.it
Commento del Dott. Zambello
Mi piace la Dott.ssa Vinciguerra, è una collega di tanta esperienza e buon senso. A leggerla spesso ci si chiede se é una terapeuta che parla o, il medico di base o, ancora l’Assistente sociale. E’ dotata di una grande capacità di chiarezza. Sul tema del caldo e dell’estate, proprio ieri è stato il giorno del solstizio, ha ragione. Anch’ io in casa ho delle persone anziane e so quanto delicata sia la situazione. Però, non faremmo il nostro lavoro se analizzassimo la maggior tendenza alla depressione che si registra in questo periodo, anziani e non, cercando se ci sono altre cause oltre il caldo. Se qualcuno ha avuto la bontà di leggere in queste settimane il Guestbook che seguo ,avrà visto che bel 7 su 10 domande sono sul tema dell’ipocondria e ci viene il dubbio che forse c’è qualcosa che non è solo legato alla temperatura e alle sue conseguenze. Certo, la crisi economica ma, forse, uno dei motivi è che ci apprestiamo, dopo una anno di lavoro, ad andare in vacanza o anche solo a pensarci, organizzarle e, guarda un po’, “temiamo di morire”. La casa paradossale e che poi, quando finalmente saremo “in vacanza”, non possiamo permetterci di stare bene, sentirci liberi, sani, neanche una settimana.
A mio parere, non é neppure la delusione leopardiana che sosteneva che era meglio il sabato, l’attesa, della domenica: “…Questo (il sabato) di sette è il più gradito giorno, Pien di speme e di gioia: Diman tristezza e noia ….” . No, é l’ impossibilità, nevrotica a riconoscerci qualcosa di bello, di essere tranquilli.
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