
"Torino, anni ’70: la città è in preda al terrore. Leonardo Morra, spietato criminale meglio noto come "Lo Svizzero", mette a punto i suoi sporchi piani lasciando dietro di sè numerose vittime. Il figlio del direttore della più importante banca cittadina si mette in contatto con il criminale, accordandosi per una grande rapina nella banca del padre. Nel frattempo Lo Svizzero dovrà fare i conti con alcuni traditori e con un suo acerrimo nemico: "L’Inglese", con cui lotta per il dominio della città…"
Che Alessandro Rota conosca bene le sequenze, i tòpoi e soprattutto i volti del filone è innegabile: il personaggio dello Svizzero (interpretato da un eccezionale Ivan Fabio Perna) è la reincarnazione cinematografica del Tomas Milian/Giulio Sacchi di Milano odia: la polizia non può sparare. Luca Ward invece riporta direttamente alla mente i tanti insospettabili industriali che, all’interno del genere, agivano perennemente in silenziosa combutta con la malavita organizzata. Ciliegina sulla torta, una sceneggiatura che amalgama con raro equilibrio azione e tensione narrativa, senza dimenticare i dovuti camei di coloro che furono parte del glorioso cinema bis italiano: Renzo Ozzano, maschera storica della commedia scollaciata, e il regista Carlo Ausino (Torino violenta). In conclusione, una scossa vitale per l’agonizzante panorama cinematografico nazionale, che un giorno dovrà pur riconoscere le potenzialità preziose di questi nuovi talenti.
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