Mi domando come mai la società padrone del call center di prenotazioni della Regione Lombardia collegato alla sanità sia una società scandinava con sede a Paternò! Chiedo alla Lega, ed al suo Assessore, non poteva essere in Padania? Ora leggiamo:
L’ultimo affare della sanità lombarda ha una targa scandinava ma parla siciliano. Sarà la multinazionale svedese Transcom Worldwide, quotata in Borsa a Stoccolma, a gestire il centro unico di prenotazioni telefoniche per gli ospedali pubblici e alcune cliniche convenzionate della Lombardia. L’operazione siglata poche settimane fa a Milano ruota attorno al cali center di Paternò, in provincia di Catania, una struttura inaugurata quattro anni fa dalla giunta di Roberto Formigoni. All’epoca la scelta non sembrò casuale. Proprio lì, ai piedi dell’Etna, è nato 61 anni fa Ignazio La Russa. E col tempo la cittadina siciliana è diventata un feudo politico esclusivo del gran capo milanese di Alleanza nazionale. Non per niente a fine maggio il neo ministro della Difesa ha deciso di festeggiare proprio a Paternò la fresca nomina nel governo Berlusconi. Quel giorno ad acclamare in piazza il più noto dei loro compaesani c’erano decine dei 400 dipendenti del call center della Regione Lombardia, opportunamente precettati dalla direzione aziendale. Alla presidenza di Lombardia Call, la società a controllo regionale a cui fa capo il centro prenotazioni siciliano, siede Giovanni Catanzaro, 63 anni, un manager di lungo corso legato da almeno un trentennio a un altro cittadino illustre di Paternò: il costruttore Salvatore Ligresti, a sua volta amico dei La Russa fin dai tempi del senatore missino Antonino, padre di Ignazio. Con l’appoggio di An, Catanzaro è anche arrivato alla I presidenza della Consip, l’azienda di Stato che gestisce e coordina i sistemi informativi e gli acquisti dell’intera Pubblica amministrazione.Adesso a Paternò sbarcano svedesi, ma nei fatti poco o nulla cambierà. Transcom Worldwide, che ad agosto ha vinto un’apposita gara sono stati invitati altri sei operatori del settore, darà in affitto il ramo da “front office”. Cioè di fatto curerà il servizio di center. «Ma contratti e stipendi restano invariati», si sono affrettati a comunicare ai sindacati i vertici dell’azienda siciliana. Del resto non è la prima volta che i privati sono coinvolti nella gestione. Nata nel 2004, da principio Lombardia call faceva capo per il 66 percento alla Lutech, una società del gruppo bresciano Lucchini guidata dal manager Raffaele l3occardo, ottimo amico di Marcello Dell’Utri. Poi, nell’estate del 2006, l’ente pubblico guidato da Formigoni ha comprato la quota del socio privato arrivando al 100 per cento del capitale.
Niente di nuovo, quindi. Salvo che, in qualche misura, la Lombardia è tornata sui suoi passi. Piuttosto, molti addetti ai lavori sono rimasti sorpresi dai risultati della gara. La multinazionale svedese, un gigante con oltre 13 mila dipendenti in 29 paesi nel mondo, ha offerto 87 mila e 500 euro al mese per l’affitto del ramo d’azienda. Una somma di gran lunga superiore a quella messa sul piatto dai concorrenti: lontanissima dalla base d’asta di 12 mila e 500 euro e addirittura più del doppio rispetto all’offerta presentata dalla seconda classificata, la Visiant Contact Center, che non ha superato quota 38 mila.
Queste cifre appaiono ancora più sorprendenti se si considera che i margini di redditività del call center siciliano, così come per tutto il settore, sono piuttosto modesti. L’anno scorso Lombardia Call ha realizzato un margine lordo (prima di tasse e componenti straordinarie) di soli 860 mila euro su 10,1 milioni di ricavi complessivi. E l’utile netto si è fermato a 350 mila euro. A conti fatti, quindi, il costo supplementare di un milione per l’affitto si giustifica solo se gli svedesi riusciranno ad aumentare efficienza e redditività della struttura ai piedi dell’Etna. A meno che, nel breve termine, i manager di Transcom non facciano affidamento su un aumento consistente del giro d’affari. Già a fine 2007, per esempio, la Regione ha girato a Paternò i servizi informativi sul bollo auto e i bandi di finanziamento agli imprenditori.
Del resto il call center siciliano è fin qui cresciuto a gran ritmo. Negli anni scorsi, con la regia della giunta Formigoni, i centri prenotazione di decine di ospedali lombardi sono stati via via ridimensionati dirottando le chiamate nella struttura siciliana. I ricavi di Lombardia Call sono aumentati di conseguenza (più che raddoppiati nei giro di due anni) e i dipendenti, 260 nel 2006, adesso sono oltre 400. Risultato finale: la Lombardia ha perso posti di lavoro a vantaggio della Sicilia. A Paternò festeggiano. Ma questa volta la Lega, al governo in Regione, ha evitato accuratamente di prendere le difese del popolo lumbard.
Questo il link del call center della Regione Lombardia:
http://www.key4biz.it/files/000113/00011315.pdf